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Creato il 09 novembre 2014 da Malvino
Fin dall’adolescenza mi accompagna un imbarazzo che col tempo è diventato sempre più tollerabile. Ma forse imbarazzo è termine improprio, e anche tollerabile non rende a dovere. Per farla breve: tutte le volte che sento dei maschi parlare di questa o quella femmina, e con pressoché unanime benevolenza di giudizio, soprattutto quando la benevolenza è espressa in modo particolarmente enfatico, non mi ritrovo quasi mai in quel che dicono. Ma forse ritrovarsi non esprime bene il concetto, e perfino maschio e femmina sono locuzioni inadeguate. Potrei spiegarmi meglio con qualche esempio, forse. Potrei dire di Moana Pozzi: ho visto, e ancora vedo, che tutti le son devoti come fosse una dea dellamor carnale, ma a me è sempre sembrata un pesce lesso, anche un po scotto. Per tenerci nel settore, dico, Luce Caponegro non la surclassava? Ma forse non ho scelto lesempio migliore, potrei raccontare della volta che opposi Françoise Hardy a Rachel Welch– eravano nei primi anni Settanta – e fui sepolto dagli sghignazzi: «Ma che dici? Quella non ha neanche due etti di tette»Potrei stendere un elenco senza fine di casi analoghi, ma mi risolvo a dire di aver passato la vita intera a non trovare convincenti gli entusiastici elogi che praticamente tutti rivolgevano alle grazie di certe femmine che a me non dicevano niente o addirittura sembravano dei veri cessi, e vengo ai nostri giorni, e (mi) chiedo: ma la Madia può a qualche titolo sollecitare fantasie sessuali? e la Boschi, con quel culone basso e quella faccia da cavallo, è bella? e, giusto per tornare indietro a qualche capannello di arrapati della passata stagione, la Minetti era ’sta gran cosa? Insomma, non ci siamo proprio.


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