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Prosa killer {muore chi legge [titolo a parte (forse)]}

Creato il 27 aprile 2011 da Ludovicopolidattilo

Prosa killer {muore chi legge [titolo a parte (forse)]}C’è chi si annoia nella redazione notturna del “Corriere della Sera” e scrive Il deserto dei Tartari e chi si annoia in un ufficio dove non entra nessuno il martedì pomeriggio dopo pasquetta e scrive questa roba qui.

Chi leggesse morirebbe entro breve. Se sapesse non leggerebbe. Se non sapesse leggerebbe e morirebbe. Se morisse non direbbe di leggere ad altrui. Se dicesse non avrebbe letto e vivrebbe dicendo ma per sentito dire o per intuìto. Per questo conviene non leggere in generale ma per te che stai leggendo è troppo tardi. Non sei morto no ma morirai quando finirai di leggere. Fintanto che leggerai vivrai ma quando la lettura finirà per esaurimento fisiologico di righe da leggere sara finita anche la vita che ti tiene in piedi e ti fa ballare talvolta di rado e leggere persino. Questo è il caso e si dà il caso sia l’ultimo. Nulla vieta ricominciare da capo a leggere per rimanere in vita ma si faccia veloce e ci si metta in testa che passare il resto del tempo a leggere continuamente la stessa roba non è che sia vita da invidiare. Se poi la roba che si legge è brutta e mortale sai lo spasso e lo zimbello rispettivi. Che poi non si è detto che ammazza in quanto brutta. Brutta proprio testuale non si può dire. Brutta canonico non si direbbe. Non dice nulla di che e non succede granché. A parte che si muore alla fine ma quello tra le righe non lo si dice ma lo si dice proprio nelle righe spesse e corpose materiali ispide. Piuttosto che brutta efficace. Nel senso che fa il dovere del titolo e lo porta a compimento senza sbuffi o giravolte e zigzagate. Verrebbe voglia di leggere così lentamente da rimanere vivi a lungo e invecchiare serenamente nella camera beigetta della casa di riposo “il gladiolo appassito” trangugiando sdentate pere cotte e collassando assopite puntate di forum e messa papale dalla basilica alta della vergine astigmatica nella sala-tv altrettanto beigetta che la camera suddetta. Fai tu se ti va. Mi sa che io leggo piuttosto meno e muoio prima del papa e di santelicheri se ci riesco. Santelicheri mi s’informa m’abbia fregato. Leggendo lentamente si vive a lungo ma col foglio davanti alla faccia o peggio col monitor davanti alla faccia e non vedendo altro si casca magari nel tombino e si muore uguale. Allora ci si può organizzare mettendosi a letto con flebo cospicue nutrienti a sostenere la fibra forte del malcapitato e task force infermieristica a gestire l’arcipelago di piaghe da decubito che sorge spontaneo e leggio wireless davanti alla faccia per sempre finché se ne ha voglia ma mi sa non per molto stando così le cose. Tutto sommato tutte le soluzioni al problema mortale sembrano quasi peggio della soluzione mortale per cui viene voglia di arrivare veloce alla fine per farla finita. Non è come lo scherzo infinito di quell’americano con la bandana che non si ha mai voglia di smettere e si muore perché non si fa più nulla di sensato tipo mangiare o fare la dichiarazione dei redditi. Qui viene sempre più voglia di smettere e di farla finita e si spera che la fine del testo e della vita arrivi il più presto possibile così non si soffre più così tanto. Ma va avanti. Se almeno leggendo si potesse avere sotto la scrivania ben a portata di calcio l’autore di questa roba per piazzargli un paio di colpi di tomaia farcita di cotanto piede grassoccio e sudacchiato nell’orbita affinché si redima e la smetta di propinare latrati a lettori innocenti uccidendoli con prose letali come questa che forse inizio a sospettare funzioni veramente e mi faccia restare secco che sono andato troppo avanti sperando la situazione migliorasse invece è peggiorata senza sosta sino a questa inevitabile insostenibile ineludibilmente mortifera fine.

Postilla ectoplasmatica: sono l’ectoplasma del lettore appena morto e vorrei segnalare che sarebbe stato meglio fosse stato mortale già il titolo in modo da non aggiungere alla morte pure la sofferenza della lettura del testo, del tutto superflua se mi si consente. Una virgola m’è scappata.



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