Il 2016 sta arrivando, veloce come un treno lanciato in un tunnel. Non i treni di Trenord, però, sia chiaro! E con il 2016, subito così, d’emblée, anche il mio compleanno. E il prossimo anno sono 37… Non un numero così sconvolgente, se non fosse che sono sempre, immancabilmente la prima della mia leva a compiere gli anni. Essendo nata a gennaio, per altro, non potrebbe essere diversamente.
Il prossimo anno vorrei essere vergognosamente, indecentemente felice. Di quella felicità piena e totale che dovrebbero dichiarare quasi illegale. Di una felicità morbida e avvolgente, che si appoggi su di me e sui miei cari come una calda coltre, da portare sempre con sé. Una bella copertina di Linus, invisibile, ma percepibile.
Il prossimo anno vorrei tranquillità e salute, per me, ma soprattutto per i miei cari. E sopra a tutto proprio la salute. Quel bene effimero ed evanescente, che diamo per scontato un pò come la presenza dei nostri famigliari, ma che quando non c’è si nota. Eccome.
Il prossimo anno che ormai bussa insistente alle nostre porte lo vorrei di un verde brillante, tipo quel verde squillante e abbacinante che caratterizza i prati in primavera dopo una pioggia ristoratrice. Ché il verde è il colore della speranza. E la speranza deve, necessariamente, essere l’ultima a lasciarci. Anche se, seguendo un detto, chi vive sperando muore….va beh, avete capito, no?
Il 2016 vorrei che fosse (e auspico che sia) un convoglio puntuale, pulito, fortunato e felice, che faccia le fermate programmate, sostando a lungo nelle stazioni Felice, Felicità e Letizia, per poi ricominciare daccapo.
Insomma, oggi mi sento così: positiva. Speriamo che non sia una sensazione di passaggio, ma che possa essere un traguardo prossimo facile da raggiungere.
Buon Natale a tutti voi, cari amici. E spumeggiante inizio di 2016.