Prossime elezioni, la Federazione della Sinistra invita al confronto e al rinnovamento, dopo Crema e Casalmaggiore

Piace tanto il modello di Crema, pur con tutte le sue difficoltà? E anche quello di Casalmaggiore, così simile? Lo si vuole trapiantare analogicamente, con adattamenti chirurgici a Cremona? Prima bisogna passare per un accordo a più voci. La Federazione della Sinistra, in breve si direbbe il partito comunista di oggi, guarda alle forze che possono accettare un chiaro cambiamento, non al centrosinistra che sostiene Monti. Letteralmente l’offerta d’alleanza è a “chi vorrà accettare” un confronto su un programma impegnativo: salvaguardia del welfare, beni comuni, attenzione alle fasce deboli, al lavoro.

Federazione della Sinistra in marcia con la Fiom

Si può ipotizzare che se piace al Pd il modello Crema, il Pd all’appello del segretario della FdS Giancarlo Roseghini ci pensi.

La Federazione della Sinistra ha chiarito subito, come ha dichiarato il segretario provinciale Giancarlo Roseghini, che intende “raccogliere tutte quelle forze che credono che il governo Monti vada mandato a casa e il più presto possibile. Per quanto ci riguarda la discriminante è questo fiscal compact, che è stato firmato, non tanto nel silenzio dei media, quel che non è stato detto è che questo fiscal compact distrugge lo stato sociale e penalizza le categorie deboli”. Questo vale per le trattative che riguarderanno un’eventuale coalizione nazionale. Ma in Regione, in Provincia, in Comune a Cremona e nei Comuni della futura Provincia? Se la FdS ha lanciato la Costituente per i Beni comuni, allora discriminante diventa l’impegno per la gestione pubblica dell’acqua, la salvaguardia del welfare e della sanità a livello provinciale, la tutela delle fasce deboli. Roseghini lo va dichiarando dai giorni della festa della Rive Gauche a Casalmaggiore. Stop ai programmi di grandi spese per le infrastrutture discutibili, come il terzo ponte e le autostrade.

“Vogliamo aprire tavoli tematici per determinare i percorsi per rispettare la volontà popolare sull’acqua pubblica” e poi rilanciare la “salvaguardia del welfare locale, perché riteniamo che riuscire a sottrarre al mercato dei pezzi utili e indispensabili per la vita delle classi deboli nei prossimi anni, sia assolutamente fondamentale”. E dovrà essere posta di nuovo “la grande questione di Lgh”.

Nel secondo e nel terzo Comune della Provincia proprio la Federazione della Sinistra è il secondo partito della coalizione, nell’ambito di un centrosinistra a più voci. Funzionerà anche a Cremona? L’auspicio è sì e c’è un motivo di interesse generale.

La Federazione della sinistra esce da molti cambiamenti storici. In un tempo lontano esisteva il Pci, partito di grandi dimensioni, inserito nella vita istituzionale italiana, socialdemocratico di fatto, prima legato poi staccato dall’Unione sovietica, ma ricco e potente a suo modo, una grande organizzazione borghese in un Paese borghese con idee rivoluzionarie.

Oggi la Federazione della sinistra rispunta grazie ai consensi che raccoglie fuori dalle istituzioni. In provincia si è conquistata un assessorato a Crema, è presente nell’alleanza che guida Casalmaggiore. Ma non gode di traino delle tv nazionali (come Sel e Vendola, ad esempio) e dei grandi giornali. Oggi, il programma di Rifondazione merita grande rispetto. Le statistiche dicono che 116 milioni di persone sono a rischio povertà in Europa. La ricetta dello Stato sociale e dell’uso intelligente e strategico dei beni pubblici non è un’idea sovietica, dittatoriale, ideologica: appartiene anche al mondo liberale e alla storia degli Stati Uniti, dopo la Grande depressione del ’29. Il problema della disoccupazione è di tutti. E le strategie liberiste e liberali finora, applicate da tanti anni, non hanno dato risultati positivi.

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