Ma che bello questo riff, e quest'altro, e anche questo, e questo pure, e quest'altro ancora, per non parlare di questo qui che si sovrappone, ma anche quello dopo non scherza... ARGH!
2011
A volte detesto il metal per come ha insterilito il ruolo della tecnica esecutiva dandole un'importanza eccessiva tale da rendere secondaria la scrittura dei pezzi e la loro carica emozionale: "Mamma, guarda, sto facendo un assolo di mezz'ora!". Mi verrebbe da urlare "ehi, cari MeshuggahDreamTheaterQueensrÿche dei miei coglioni, ascoltatevi un brano a caso di Unknown Pleasures che con 4 accordi sa essere più emozionante di tutta la vostra discografia".
Altre volte trovo dischi come questo dei Protest The Hero che, sotto la copertina fuorviante (bella, ma pare di una roba folk), contiene uno sfoggio di tecnica superbo ma non fine a se stesso. Gli innumerevoli riff velocissimi, i tapping sditalinanti, i cambi di tempo acrobatici, gli ululati canori in stile old-school-metal che si accavallano nei 10 (brevi) brani di "Scurrilous" concorrono a generare un senso di smarrimento, confusione e voglia di afferrare una mazza chiodata e partire per le crociate a bordo di un destriero dal manto bianco.
In realtà, si tratta di un disco molto strano che miscela metalcore, powermetal, progressive metal, mathcore e persino vigorose slappate di basso come in "Termites" (la cui intro mi ha ricordato un pezzo dei Red Hot Chili Peppers).
Sorprende anche per la discreta varietà: mentre la prima parte è piuttosto compatta e mena duro, gli ultimi 5 brani rallentano un po' e sperimentano soluzioni più carezzevoli per le orecchie come insertini elettronici, archi, organi, voci femminili e accenni di funk.
Un mare di frustate chitarristiche intricate ma appassionate dove naufragar è dolce e mai onanistico.
"Sometimes a knife right through your heart is exactly what you need"
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