Photo credit: Semilla Luz / Flickr / CC BY 2.0.
Continuano le proteste insegnanti a Rio. Ieri c’è stata un imponente manifestazione per le strade della città, con più di 10.000 persone, stando ai numeri della polizia (mentre gli organizzatori ne hanno annunciate 50 000). I manifestanti hanno marciato pacificamente lungo le strade di Rio de Janeiro per sostenere le rivendicazioni degli insegnanti, partendo da via Rio Branco e arrivando fino a piazza Cinelandia, dove ha sede il Consiglio municipaleà. I manifestanti hanno sfilato al grido di “Questo governo cadrà!”, “Fuori Cabral e Paes!”, riferendosi al governatore di Rio Sergio Cabral e a Eduardo Paes, sindaco della città. Purtroppo la manifestazione è degenerata attorno alle ore 20.00 per colpa dell’intervento di circa 200 anarchici mascherati, autori di numerosi atti vandalici nel centro della città. I vandali hanno distrutto un autobus, incendiandolo e hanno fracassato le vetrice delle banche, erigendo poi delle barricate con seggiole e materiale vario. Un gruppo di anarchici mascherati ha anche fracassato le porte del Comune, mentre altri hanno lanciato bombe contro la facciata e bruciato spazzatura in strada. I manifestanti sono stati dispersi dalla polizia antisommossa, che ha usato gas lacrimogeni.
Le proteste insegnanti sono state tradotte fino ad oggi in quasi 50 giorni di sciopero contro le modifiche degli stipendi, che verranno aumentati solo per quella parte di insegnanti che lavora 40 ore a settimana, ovvero una parte molto piccola (meno del 10%). I sindacati hanno inoltre respinto una proposta di mediazione arrivata poco tempo fa, con le proteste già montanti, che prevedeva un incentivo del 15% sullo stipendio per chi avesse lavorato più ore a settimana, ma i sindacati hanno respinto la proposta. Le proteste sono anche rivolte ai metodi considerati brutali della polizia, rea di aver usato la mano troppo pesante soprattutto in occasione delle manifestazioni durante la Confederation Cup, quando decine di migliaia di persone erano scese in piazza per protestare contro l’aumento del biglietto dei mezzi pubblici.