
Paul Wright, Aimee
Perché l'estate non è ancora finita.
Nonostante le piogge del nord, il ritorno della benedettissima escursione termica fra notte e giorno, la luce meno intensa e il caldo che non brucia più arroventando la pelle, l'estate è ancora qui, a portata di mano, in altri lidi. Un volo, un salto verso un altro blu.
E per qualcuno la "prova costume" è adesso.
Non solo guardarsi critici allo specchio, ma questa strana sensazione di tirar fuori, mentre il calendario si volge al settembre, costumi, cappelli i paglia e creme solari.
"Non sarebbe ora che passassi al costume intero?" sibila la vocetta maligna ed invidiosa del tempo che fugge dentro di te.
Arrendersi così, o farsi illuminare sulla via di Damasco?
E che sarà mai? Quando poi, comunque, fra i bagagli devi imbarcare anche una chitarra, quando sai che ci saranno cene sulla spiaggia, odori e sapori quasi esotici, ulivi rovine e suggestioni letterarie?
Parti con una lista lunga così di souvenir da riportare indietro, perché per una volta la figliolanza è quella parte di famiglia ancorata qua, a doveri varii. E i desiderata sono sempre gli stessi (per esempio magliette degli Hard Rock Café), omologati e impossibili a trovarsi nei luoghi dove vado io.
Almeno dove vado in estate. Perché è sempre estate, sì.
E metto in valigia sempre un due pezzi: magari nero, ma vagamente (sia pur molto vagamente) discendente di quel rivoluzionario bikini di -anta anni fa che non so come, forse prendendoli per stanchezza, strappai ai miei genitori, in una sonnacchiosa Versilia, così lontana, nel tempo, nello spazio ma soprattutto nel senso di vacanza, dagli spazi remoti che amo oggi.
Parto con voglia di amici; con un uomo cui ancora, come sempre, fioriranno lentiggini sotto il sole; con curiosità, guide da leggere nottetempo, mete, costellazioni da scoprire al buio. Provare ad essere quelli di sempre, quelli nascosti dentro gli anni, mentre tutto il resto del mondo crede che sia già autunno.






