Provare a vedere come vivono il Palio

Da Vomitoergorum @Old_Glory

Foto di @simonefarmeschi

Dicono che il Palio è vita, che lo si vive 365 giorni all'anno e che è qualcosa di alieno per tutti coloro che vengono da fuori. E' vero. Verissimo. Il Palio per capirlo bisogna viverlo, o almeno cercare di entrare nell'ottica del senese in generale, o più in particolare del contradaiolo. Non è semplice, addirittura lo ritengo impossibile. Possiamo erroneamente pensare al tifo, come avviene per lo sport o addirittura per la politica, ma le contrade non si tifano. Si appartiene ad esse, ne si fa parte ogni giorno, che sia il 2 luglio, il 16 agosto o uno qualsiasi durante l'anno. Consapevoli di tali premesse abbiamo cercato di vivere la giornata di ieri, assaporando i momenti più particolari e salienti. Io come blogger per VER e TimeWalk come fotografo, cercando di catturare gli aspetti simbolo di una festa che è tra le più belle e partecipate d'Italia. Per questo ringraziamo il nostro amico Simone che ci ha letteralmente condotto per mano, colmando quando possibile le nostre curiosità. Partiamo alle 6:15 del mattino da Piombino con lo scooter, attraverso la bruma ed il sole che rende dorato il paesaggio, per giungere in Piazza del Campo pronti per la "messa del fantino" e la  "provaccia" (video della partenza), la cosiddetta prova generale della corsa. Nonostante le ore piccole della sera prima, il pubblico risponde numeroso, ma riusciamo ugualmente ad accaparrarci ottimi posti. E' l'ora della colazione, e come tipici senesi andiamo a rifocillarci all'osteria Il Grattacielo dove in compagnia di importanti personaggi riconducibili alla vita da Palio, mangiamo un panino con acciughe ed un bicchiere di vino. Una bella carica per non essere giunti neanche alle 10:00 del mattino. Le spiegazioni, gli aneddoti ed i chiarimenti si susseguono velocemente, ma non ancora sazi cerchiamo di apprendere il più possibile: l'ignoranza è il peggiore dei mali, ed abbatterla ti fa vedere con un occhio grandangolare numerosi fatti prima passati inosservati. Il tour della prima parte della giornata termina con la decisione di cucinarci i pici all'aglione. Brava quindi anche la nostra paziente cuoca Superciccionissima, che si è destreggiata al meglio tra i fornelli riuscendo a non rendere pesante un piatto dal nome assai imponente. Eccoci quindi pronti per la benedizione del cavallo in chiesa. Assisteremo così a quello della Giraffa con Nicolas (video 1 e 2) che dovrà "andare e tornare vincitore". Questa parte a mio avviso è importantissima in quanto spiega alla perfezione il forte legame che il palio ha con la religione cattolica e la Madonna. Non mi ritengo assolutamente all'altezza nè di poter capire appieno i moti che governano questa manifestazione, nè di poterli spiegare in poche righe su di un blog, ma consiglio a chi è minimamente interessato, di cercare di comprendere il tutto a 360°, perchè il Palio è tutto tranne che una corsa di cavalli. Giriamo quindi per la città, verso il Duomo prima e tra le vie dove si svolge la sfilata storica il corteo storico (video 1, 2, 3 e 4) anch'esso con un fine e preciso significato rappresentativo. Il momento clou della giornata lo viviamo durante l'attesa della partenza: nervi tesi e brontolii di stomaco anche per noi in quanto la tensione è contagiosa, proprio come la gioia e la rabbia nei momenti di collettività emotiva. Il nostro azzardo consiste nel non essere presenti in piazza ad assistere alla corsa in sè, ma di sfruttare una (passatemi il gergo informatico) backdoor che viene ad aprirsi dal momento che il "mossiere" abbandona la sua postazione. Ed allora via come il vento, cento metri di corsa spinti da quella fantastica droga che prende il nome di adrenalina, con il cuore che batte a duemila e le gambe che, un attimo prima molli per la tensione, rispondono automaticamente ai tuoi comandi. Sembrano secoli che non correvo, ma mi sono sentito Bolt, per arrivare davanti al traguardo a pochi secondi dall'arrivo. E poi è bolgia, e poi è festa, e poi si prende il palio, e poi è ancora degenero. E poi il fantino, e poi il cavallo, e poi ancora festa, e poi pianti e poi risa, e poi giubilo e poi di nuovo urla. Per emozioni che solo in parte potremo capire e solo in parte potremo condividere. Il palio lo vince il Montone, Dopo 22 anni, quindi ancora una pettata su fino al Duomo, ancora festeggiando nella chiesa più bella del mondo, tra cori e canti, esaltando anche il cavallo Lo Specialista. Tutta una festa, per il palio che è vita.
Riporto qui alcuni video fatti: non sono i soliti recuperabili ovunque in rete, o dalle emittenti televisive. Questi riprendo aspetti salienti di vita da Palio, visti attraverso gli occhi di un turista, che per pochi attimi si è sentito parte della festa. Inserisco tutta la playlist di Youtube: i video non sono in ordine cronologico, ma sono inseriti in base al titolo.


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