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Prove di conservazione

Creato il 18 aprile 2011 da Iljester
18 aprile 2011 | Giustizia, Politica | Permalink

Prove di conservazioneFini dichiara che i magistrati sono il pilastro della legalità, e l’ANM respinge l’idea della responsabilità civile diretta dei magistrati e dicono pure no al processo breve. Non notate un’assurda contraddizione?
Cioè, mi spiego: il principio della legalità è il principio cardine di ogni ordinamento giuridico moderno. In base a questo principio, ogni cittadino è sottoposto alla legge, e la legge deve rispettare. Dal che, ne consegue che una sua violazione comporta responsabilità, che, a seconda dei casi, può essere civile o penale, o amministrativa, oppure un mix dell’una e dell’altra.
Se dunque il principio vuole che ogni cittadino sia sottoposto alla legge e che la sua violazione comporta per il cittadino responsabilità, è chiaro che questa responsabilità deve riguardare tutti, compresi i magistrati. Ergo, se i magistrati sbagliano e violano la legge, perché non dovrebbero pagare per i loro errori in ossequio al principio di legalità? Essere cardini della legalità – come afferma Fini – dovrebbe portare Fini e i magistrati ad accettare l’idea di una responsabilità diretta del magistrato per gli errori che commette durante l’esercizio delle sue funzioni. Del resto, questo già accade per i funzionari dello Stato e per i cittadini comuni. Perché non dovrebbe accadere per i giudici e i PM? Sono meglio degli altri? Sono cittadini più uguali?
Il processo breve. Ne ho già parlato diffusamente, e la mia idea rimane sempre la stessa. Anziché ostentare paura per un processo per il quale viene stabilita la durata massima (come per le misure cautelari, del resto), perché non impegnarsi di più nell’attività giurisdizionale? Il motivo per il quale molti giudici e PM hanno paura del processo breve è perché li costringerebbe a lavorare di più e meglio per soddisfare le esigenze di giustizia dei cittadini. Oggi, un processo può durare anni, e nessuno può lamentarsi, se non attraverso un farraginoso ricorso alla Corte di Giustizia europea, che peraltro costa parecchio denaro. Ci si può lamentare, certo. Sui giornali, nei programmi TV. Si possono fare inchieste-denunce, ma il magistrato responsabile rimane comunque sempre al suo posto, e se anche l’Italia viene condannata per la lentezza della sua giustizia, chi mai chiederebbe conto al giudice responsabile? Nessuno. Ergo, i cittadini subiscono una doppia beffa: non ottengono giustizia o la ottengono dopo anni, e in più devono pagare – tramite le tasse – la lentezza della giustizia causata dall’inefficienza di certa magistratura, per legge irresponsaibile. È come se io alla fine risarcissi me stesso per il danno che mi ha arrecato la lentezza del giudice nell’emettere una sentenza che mi riguarda; giudice che peraltro non pagherebbe per la predetta lentezza.
Sono convinto che questo Governo debba andare avanti nella riforma della giustizia. Non si tratta più di una legge ad personam. Non si tratta più di favorire o meno Berlusconi. Si tratta del rispetto di un principio: il principio della legalità. Si tratta di rispettare tutti quei cittadini che ogni giorno subiscono la lentezza esasperante e burocratica della macchina giudiziaria, a fronte di una informazione che vorrebbe i magistrati vittime dell’arroganza berlusconiana… o del tentativo di ripristinare in toto il principio di legalità. Fate voi!

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Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235

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Tags: Anm, Fini, palamara, principio legalità, processo breve, responsabilità magistrati, riforma giustizia
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