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Prove di intesa Renzi-Berlusconi

Creato il 06 novembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Pranzo di lavoro tra Renzi e Berlusconi, ieri mattina, per rinvigorire il Patto del Nazareno; quel patto che ha influenzato parte dell’agenda politica del Premier e che le malelingue vedono sempre più scricchiolante.

Portata principale: legge elettorale. Il pressing di Renzi perchè si acceleri e si liquidi il testo in Commisione entro la fine dell’anno si fa più evidente. Che il governo percepisca come urgente questa riforma lo si comprende, visto che il rischio di elezioni anticipate non è poi così remoto. I nodi da sciogliere però sono tanti.

Primo: l’ipotesi di accordare il premio di maggioranza alla lista invece che alla coalizione (come previsto attualmente dal testo votato in prima lettura alla Camera). Ipotesi messa sul tavolo da Renzi e inizialmente non disprezzata dall’ex Cavaliere, che però ha fatto parzialmente marcia indietro dopo i forti brontolii emersi in Forza Italia, i più rumorosi dei quali provenienti dal pluri-preferenziato Raffaele Fitto.

Attualmente la soglia per accedere al premio al primo turno è fissata al 37%, ma potrebbe essere spostata al 40% in caso il premio vada alla lista invece che alla coalizione. Contestualmente, la questione della soglia di sbarramento per accedere ai seggi di Montecitorio: attualmente al 4%, Renzi avrebbe proposto di alzarla al 5%. Proposta che certo potrebbe solleticare non poco Berlusconi, che con una simile soglia consacrerebbe di fatto Forza Italia come unico partito di centro-destra, vista l’improbabilità che FdI e Ncd superino uno sbarramento simile.

Il rischio che a queste condizioni al ballottaggio vadano Renzi e Grillo è alto, nonostante gli ottimistici propositi espressi da Berlusconi qualche giorno fa.

Inoltre Alfano non può essere ignorato, visto che è anche sui suoi voti che si regge l’esigua maggioranza di Renzi al Senato, ed è escluso che i senatori dell’Ncd votino una soglia sucida.

Il Senato, appunto. L’anatra zoppa di Renzi che per il momento resta escluso dal discorso, perchè la legge elettorale approdata in Commissione Affari Costituzionali non indica norme per il Senato, nella prospettiva che venga abrogato dalla riforma costituzionale. Questa riforma, che ne dovrebbe definire i poteri, le competenze e le modalità di elezione è nel pantano più della legge elettorale, anche a causa dell’iter complessissimo che riguarda tutte le riforme costituzionali. Approvato lo scorso 8 Agosto in Senato, inizia ora la cosiddetta “navetta”, cioè il rimpallo della legge tra Camera e Senato finchè entrambe non approvano lo stesso testo: quindi una pausa di tre mesi, e poi l’utimo giro di approvazione definitiva.

Il punto è cruciale. La tenuta del Patto del Nazareno è fondamentale più per la riforma costituzionale del Senato che per la legge elettorale, anche se è sulla legge elettorale che ne si misurerà la tenuta.

Intanto, il peso politico di questi faccia a faccia Renzi-Berlusconi comincia a farsi più pesante per l’ex sindaco. A cominciare dal fatto che oggi a Palazzo Chigi, insieme all’ex Cavaliere e a Gianni Letta, c’era anche Denis Verdini, fresco di rinvio a giudizio per corruzione nell’inchiesta P3. E dentro al Pd si moltiplicano i malumori sul fatto che sia uno come lui a condurre la trattativa che, oltre ai sopracitati argomenti, verosimilmente ha toccato anche lo stallo sull’elezione dei due giudici della Corte Costituzionale. La Boschi, incalzata dai giornalisti su questo punto, non ha risposto.

Per Renzi, il sentiero inizia a farsi più ripido.

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