La Russa l'ha detto chiaro e tondo: "genitori omosessuali inducono i figli a crescere gay".
Magari ha ragione lui. Non lo so. Che poi in verità non è il solo ad averlo detto, in tanti lo dicono.Iniziano sempre che vogliono fare quelli moderni "ah io ai matrimoni gay sono favorevole"ché è giusto soffrire tutti, aggiungo io, "ma alle adozioni no, per carità, le adozioni no, dopo diventiamo tutti gay e ci estinguiamo. Per sempre". Che bello, aggiungo io.Avranno ragione loro? Non lo so. Proviamo. Una cosa semplice, due personaggi, tanto ci bastanoEnrico, il padreGabriele, il figlio ché se un ragionamento fila si vede subito.
Enrico, il padre: <<Con chi esci tu stasera, Gabriele?>>
Gabriele, il figlio: <<Eh papà, con Michela.>>
Enrico: <<Con Michela? E perché?>>
Gabriele: <<Mah così, mi va.>>
Enrico: <<Ah credevo ti andasse con Lorenzo.>>
Gabriele: <<Io e Lorenzo siamo solo amici, lo sai. Ne abbiamo già parlato, non ricominciamo per favore.>>
Enrico: <<Perché cos'ha che non va Lorenzo, scusa? È un ragazzo simpatico.>>
Gabriele: <<Sì, sì, è simpatico ma finisce lì.>>
Enrico: <<Io proprio non ti capisco Gabriele, ma che problema hai?>>
Gabriele: <<Io nessuno.>>
Enrico: <<Nessuno? Un ragazzo fantastico ti chiede di uscire, per la cronaca, ha chiamato anche oggi, e tu che fai? Esci con Michela, mi sembra chiaro.>>
Gabriele: <<Okkey, ho capito, vuoi litigare.>>
Enrico: <<No, no, non voglio litigare, ci mancherebbe. Voglio che mi spieghi, cos'hai, cos'è che non va in te?>>
Gabriele: <<Oh dai lo sai, te l'ho già detto, mi piacciono le ragazze. Fattene una ragione, sono eterosessuale.>>
Enrico: <<È proprio vero che io e tuo padre te le abbiamo date tutte di vinta. Ti abbiamo dato troppo, questa è la verità. Dovevamo imporci prima: il calcetto, i film d'azione, perfino judo ti abbiamo fatto fare. Abbiamo sopportato, ci dicevamo, gli passerà, sarà un momento, ci ripetevamo: "son quegli amici che frequenta che lo spingono". Dovevamo essere più autoritari prima, farci rispettare quando ancora eravamo in tempo, ormai c'è poco da fare.>>
Gabriele: <<Va beh, dai, non è una tragedia. Anche la figlia di Sara e Martina è eterosessuale e loro non ne fanno tutto 'sto dramma. Succede. Poi la vita è una sola, no? Lo dici sempre anche tu che la devo vivere come piace a me.>>
Enrico: <<Non è una tragedia? NON È UNA TRAGEDIA? Ma lo sai cosa vuol dire per me? Lo sai quante ne ho passate io, per te? Per farti essere omosessuale? Eh no, certo. Tu hai la pappa pronta. Bella così la vita eh, vero? Lo sai quante volte ho dovuto ballare Maracaibo? Lo sai che ho dovuto passare interi sabato sera a guardare "Carramba che sorpresa"? Che a me poi la Carrà manco mi piace, oh, l'ho detto finalmente. Lo sai in quanti Gay Pride ho dovuto mostrare le chiappe al vento, io, che sono l'avvocato numero uno nello studio dove lavoro? Lo sai che in pubblico devo dire che ascolto le canzoni di Tiziano Ferro? Tiziano Ferro. No che non lo sai. Non ne hai proprio la minima idea. E tutto questo per chi? Per te.>>
Gabriele: <<Dai, papà, mi dispiace.>>
Enrico: <<Per te e solo per te. E tu cosa fai per ringraziarmi? Esci con la prima Michela che incontri. Ce l'ho messa tutta, ti ho iscritto a danza, ti ho sempre portato agli incontri, alle associazioni, ai circoli, ho messo bandiere arcobaleno dappertutto. Ti facevo vedere i Teletubbies, ti ricordi i Teletubbies? E poi i libri, le riviste, niente. È bastata 'sta Michela e niente, tutto finito.>>
Gabriele: <<Dai papà mi...>>
Enrico: <<No. Gabriele. No. Mi hai deluso. Profondamente. Ora per piacere lasciami solo.>>
Gabriele: <<Dai papà io...>>
Enrico: <<No. Gabriele. No. Ho detto lasciami solo.>>
Allora, com'è andata secondo voi? Funziona o no?Fila 'sto ragionamento?