Riceviamo dal signor Bob Sinisi e volentieri pubblichiamo.
Tiro il fiato, e parto con il fiume di parole che mi scorre ormai da giorni nella testolina. Ho un sogno, neanche troppo difficile da realizzare, per la verità.
Immagino una manifestazione di tutti gli individui liberi e indignati che popolano questa isola infelice. Contro la gestione scellerata della crisi, e i politici condannati in via definitiva che decidono dei nostri destini, dopo aver messo al sicuro i loro. Contro l’arroganza del potere, la deriva culturale, ben amministrata dall’intellighenzia locale (con il cash di Mamma Regione). Per fermare la lenta agonia di una città sporca, cementificata e inquinata.
E, soprattutto, a favore della libertà di espressione. L’ho già scritto, ma qui da noi, chi si mette di traverso ha finito di vivere in pace. “Qui si fa come dico io” vi ricorda qualcosa?
Per questo penso a una manifestazione dal carattere fortemente simbolico: pacifica, innanzitutto, e poi silenziosa, i cui partecipanti indossino un bavaglio. Un bel bavaglio davanti alla bocca. Ovvio, non ci si può presentare davanti al Palazzo in dieci, i cortigiani si sbellicherebbero dalle risate, e la casa reale si fregherebbe le mani. Questa nota è un grido d’allarme, ma anche un termometro. Insomma, dalle eventuali adesioni verificherò il grado di indignazione e di insoddisfazione delle persone a cui sono legato, grazie anche a Facebook. Poi si deciderà che fare.
Questo scritto sarà visibile a tutti, i servi premurosi tra qualche minuto saranno al telefono con i loro padroni e io, comunque vada, ho chiuso. Sapete benissimo dove lavoro. Ma, credetemi, non mi sono mai sentito così vivo e orgoglioso da anni a questa parte. Proviamo a contarci.