Reputo l’amicizia uno dei valori fondamentali e più gioiosi nella
crescita sana e normale di ogni individuo. Causa genitori,
soprattutto mia madre, troppo apprensiva, oppressiva, ossessiva ed
ossessionante non mi è stato permesso vivere una pubertà e un’
adolescenza piena e spensierata. Non ho mai potuto fare le gite
scolastiche con gli altri compagni di classe, mi teneva regolarmente
a casa ed io piangevo tutte le lacrime del mondo, non potevo stare in
gelateria le sere d’estate a ridere e scherzare con gli altri, ma
alle 21 con zanzare e senza condizionatore dovevo andare a letto!
Quanto ci ho pianto in quella camera, piena di zanzare, in compagnia
solo degli zampironi. Era arrivata persino a vietarmi l’attività
fisica alle scuole superiori, venivo regolarmente esonerata su sua
richiesta, con il benestare del medico condotto per non svolgere
l’attività fisica. pur essendo perfettamente sana e desiderosa di
essere come le altre mie compagne di classe! “Perché vi
chiederete stranite?”Semplicemente e molto dolorosamente perché
la palestra allora si trovava a 500 mt. dall’Istituto scolastico e
lei, aveva paura che durante il tragitto a piedi qualche
malintenzionato mi rapisse e mi violentasse. Le lunghe chiacchierate
che facevo con le mie amiche,alle scuole elementari o medie, a
raccogliere le viole in primavera, le interminabili partite a scala
quaranta o a monopoli con la mia amica del cuore Roberta S., o
Roberta R., erano a casa sua o a casa mia, sotto la super visione di
nonne e mamme. Sempre con il terrore, sempre con l’orologio della
Chiesa da dover guardare, sempre con la paura di tornare tardi o
compiere qualche azione che lei reputava non consona alla mai
crescita. C’era un ‘altra mia carissima amica che ancora vedo oggi e
ci sentiamo spesso per telefono, che abitava a fianco della mia casa:
ci dividevano solo i rispettivi campi. Con lei e le altre ragazze
della parrocchia del nostro paese, ho potuto fare solo una vacanza
estiva, per me indimenticabile ed avevo già vent’anni! Andammo nelle
Marche, a Numana ed è stata l’unica vacanza della mia vita in
compagnia di altre ragazze. Fu un’esperienza unica, diversa, di
scambio di opinioni e di regole di buon comportamento, dato che
avevamo affittato una villetta. Ci si divideva i compiti per lavare
la biancheria, stirare, cucinare e rassettare la villetta. Non ero
abituata a dividere qualcosa, cioè un bagno o un letto con qualcun’
altro, non ero avvezza a cenare o pranzare ad orari per me non
consoni, ed imparai molto da quella vacanza! Quanto avrei voluto
andare ancora con loro le estati successive! Forse non avrei commesso
l’errore più grande ed imperdonabile della mia vita: sposarmi a
ventidue anni con una persona che non amavo per niente, con la quale
litigavo in continuazione. Fu un errore madornale che mi costrinse a
sposarmi due anni dopo, per fuggire da una gabbia, ma il desiderio di
fuggire da mia madre e da quella prigione prevalse sulla ragione, con
le conseguenze catastrofiche arrivate in seguito. Conobbi poi altre
amiche, che vennero ad abitare nel mio paesino, condivisi con Roberta
M., un pezzo di vita non breve e non felice. Una sera di marzo
conoscemmo due individui in discoteca, molto amici a loro volta, che
divennero in seguito i nostri fidanzati e poi i nostri mariti. I
matrimoni terminarono tutti e due, nel giro di pochi anni per lei,
dopo molti anni ed un figlio per me. Quanto mi mancano le mie amiche
di un tempo! Voi non immaginate nemmeno lontanamente il bisogno che
ho di recuperare il tempo dell’adolescenza, delle vacanze al mare, il
tempo dell’amicizia vera e solida, quel tempo che mai più ritornerà.
Oggi pur sentendoci per sms, pur scrivendoci mail o vedendoci a
Natale, quando va bene, non è certo la stessa cosa, corriamo tutte
troppo e non abbiamo il tempo per sederci, chiacchierare, bere un
buon caffè e confidarci tanti dispiaceri o tante gioie. Non siamo
più quelle ragazze di Rivalta, siamo profondamente cambiate, abbiamo
quasi il timore a volte di rivelarci qualcosa, anche un piccolo
segreto e se lo facciamo è sempre in punta di piedi, con un timore
quasi reverenziale. Non so quanto darei per tornare a quei tempi, che
avrebbero potuto essere allegri e spensierati, gioiosi e contornati
da tantissime amiche! Ce l’avevo anch’io l’amica del cuore, la
migliore amica, poi divennero due, più tante amiche e tantissime
conoscenti! ma ora, Fabiana, che hai quasi cinquant’anni non lo
recuperi il tempo perduto, il tempo delle risate per niente e delle
conquiste in spiaggia. Però, oggi, ho un altro modo di concepire
l’amicizia, pur non vedendo e non sentendo più dentro di me di avere
una e una sola migliore amica. Il resto alle prossime puntate.
Italiano: Vista di Numana. (Photo credit: Wikipedia)