Un mese senza consiglio provinciale, troppi i consiglieri impegnati direttamente o indirettamente nelle campagne elettorali lombarda e nazionale. L’acqua viene congelata, le questioni aperte sembrano meno interessanti della propaganda. Non esiste ceto politico di seconda linea, mancano gli ufficiali della riserva e tutto grave sulle spalle di pochi che da anni dominano la scena.
Spiace per un’istituzione seria e importante come l’amministrazione provinciale, che non merita di essere cancellata né di essere retta da personaggi allergici ai referendum come il Salini. Sono le Regioni a far danni, non i consigli provinciali, da sempre a misura d’elettore.
Sarebbe pregevole se le istituzioni lavorassero anche in campagna elettorale. È stato soprattutto il Pdl a fermare l’attività del consiglio. Non si riesce proprio a distinguere l’amministrazione, la politica fatta sul territorio, attenta alle questioni reali, dalla propaganda. Il ceto politico, di centrodestra poi, sembra esaurirsi ed estinguersi.