Diverse segnalazioni in provincia di Lecce di quella che è nota come "la malattia del bacio o dei fidanzati" anche se, a dire il vero, la mononucleosi può colpire chiunque, grandi e bambini. Non tutti, infatti, sanno che si tratta di una patologia infettiva contagiosa che si contrae attraverso le vie respiratorie o con lo scambio di saliva. Il virus responsabile è denominato Epstein Barr (EBV) e circola in modo diffuso soprattutto in autunno e primavera. Ed è per questo che nel periodo che stiamo trascorrendo aumentano i casi anche se non possiamo parlare di un vero e proprio allarme ma solo della necessità di stare attenti ai sintomi ed a prevenire la possibilità di diffusione.
Non sempre, infatti, si riesce a riconoscere immediatamente la mononucleosi che molto spesso non dà sintomi e quando li dà, fanno pensare spesso all'influenza stagionale. Le manifestazioni più frequenti possono essere costituite da mal di gola con la presenza di placche, febbre intorno ai 38 gradi, ghiandole del collo, ascelle e linguine gonfie, soprattutto quelle del collo possono raggiungere volumi tali, da non riuscire a parlare bene.Dopo 4 -5 giorni si possono gonfiare anche fegato e milza, cosa che si può vedere dagli esami e dal valore delle transaminasi alte, così come dall'elevato numero di globuli bianchi nel sangue, di tipo monocita. La presenza di mononucleosi fa registrare nei globuli bianchi, circa il 10-12% di monociti, contro l' 1- 2 % in condizioni di salute. Altri esami utili -spiegano gli infettivologi - sono quelli specifici degli anticorpi più recenti (Igm) contro il virus EBV.Per quanto riguarda la terapia, non ci sarebbe una cura specifica, così come non esiste un vaccino. Il consiglio degli infettivologi è quello di mantenere la bocca sempre ben lavata con un collutorio disinfettante. Vale la pena ribadire, infatti, che l'infezione avviene attraverso lo scambio di saliva, secrezioni di naso, bocca e faringe. Nei bambini il contagio avviene proprio con il passaggio in bocca di un gioco, negli adolescenti con il bacio.I medici si dividono sull'eventuale uso di cortisone o meno. Molti pediatri lo prescrivono per abbassare la febbre all'eventuale bambino che dovesse avere la mononucleosi, alcuni infettivologi sconsigliano il cortisone, perché, non solo abbasserebbe le difese immunitarie, ma favorirebbe la replicazione del virus EBV. Sono invece concordi un po' tutti nell'eventualità di proteggere il fegato, laddove dovesse gonfiarsi, con soluzioni fisiologiche specifiche.E' bene sapere -avvertono gli infettivologi -che le complicanze della mononucleosi possono determinare la rottura della milza, con il conseguente intervento chirurgico. Più gravi le conseguenze se il paziente ha avuto in passato la malaria o se ha un sistema immunitario debole, perché in tal caso la malattia può provocare anche il decesso. In Africa per esempio dove la malaria è molto diffusa, sono tanti purtroppo i bambini che muoiono per mononucleosi.Come ricordano gli esperti, dunque, la profilassi è il miglior modo per evitare il contagio, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello " Sportello dei Diritti ", che porta all'attenzione alcune semplici regole per non farsi colpire da questa patologia come non bere o mangiare nello stesso bicchiere o piatto di una persona malata che non dovrebbe essere baciata, ma anche pretendere che i bicchieri, le posate o le tazzine dei locali pubblici siano perfettamente pulite, lavarsi bene le mani prima di mangiare.
Lecce, 19 giugno 2015 Giovanni D'AGATA