Secondo uno studio dell’Aitec, associazione italiana tecnico economica del cemento, la provincia di Napoli è quella a maggiore rischio idrogeologico e sismico, seguita da altre tre provincie meridionali, tutte calabresi: Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro. Al quinto posto abbiamo Roma, poi Genova, L’Aquila, Isernia, Benevento e Messina. Il singolo comune più a rischio è quello di Castellammare di Stabia. La classifica è stata stilata sommando il rischio sismico, cioè quello proveniente da eventuali terremoti, e quello idrogeologico, ossia il pericolo di frane e piene, mettendo in evidenza le carenze delle infrastrutture e il bisogno di riqualificazione del territorio italiano, in special modo quello meridionale, che è stato vittima di decenni di speculazioni e abusivismo.
L’Assemblea Aitec ha poi messo in rilievo la circostanza secondo la quale i disastri naturali costano 3,5 miliardi di Euro all’anno: ne sarebbe sufficiente circa il 20%, 700 milioni di Euro, per effettuare lavori di riqualificazione e salvare la vita di tante persone.