Damien Hirst è un artista controverso, uno di quelli a cui piace provocare e che pensa che l’arte debba anche suscitare sdegno, per far riflettere le persone su quelle cose poco poetiche, che però facciamo finta di non vedere.
Per questo, per metterci di fronte agli errori della macellazione, ad Arezzo mette su un’installazione con animali morti, suscitando parecchie polemiche fra gli animalisti.
Oppure, intitola una sua opera “For the love of God” (per amor di dio), prendendo un teschio umano inzuppato nel platino ed arricchito con più di 8000 diamanti, forse perchè vuol far riflettere sul fatto che, in nome di dio, migliaia di uomini sono morti in nome del dio denaro.
Recentemente è stato avvistato a Canicattini, in un blitz in cui è riuscito ad allestire la sua ultima opera in via Umberto.
“Civilization” è il titolo (civilizzazione, per i non anglofoni, anche se è facile arrivarci
da soli, senza che arrivi il saputello di turno a spiegare) e vuole porre l’attenzione sull’amaro destino di alcuni oggetti di uso comune che, nella nostra insensibilità di uomini moderni, finiscono con l’essere facilmente sedotti ed abbandonati, per far spazio ad altri oggetti, ignari di andare incontro alla stessa, ineluttabile, fine.Il tutto, senza cercare attenzioni mediatiche e pompose celebrazioni, rinunciando al culto del proprio ego per donarsi completamente all’arte ed al messaggio di cui è messaggera. Il tutto gratis, liberamente visitabile da tutti, senza che all’autore finisca in tasca un solo centesimo.
Un’opera che magari potrà far discutere, potrà essere confusa con la comune inciviltà locale e con una certa accondiscendenza da parte di chi amministra, ma un’opera che ci pone il dilemma dell’arroganza dell’uomo, convinto di essere superiore agli altri esseri viventi, figuriamoci agli oggetti inanimati.
L’invito di CaniCattivi è quello di non perdere tempo e correre ad ammirare cotanta arte, e riflettere in coscienza sulla nostra sensibilità nei confronti degli oggetti inanimati.
Non è dato sapere quanto durerà questa installazione, quindi meglio affrettarsi…
Andrea Uccello
Alessandro Mangiafico
PS: qualora non fosse un’installazione di Damien Hirst e fosse veramente frutto di inciviltà locale e disinteresse amministrativo, ci sarebbe l’aggravante della recidività.
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