Tranne alcuni romanzi di Nadine Gordimer letti in adolescenza, non mi ero mai approcciata a romanzi ambientati nell’Africa nera, non per scelta in realtà, più per caso o mancanza di input.
Mi è capitato di leggere una recensione di “Prudenti come serpenti” di Shoneyin Lola e mi sono addentrata in questo mondo così lontano dal mio in apparenza eppure così simile nelle dinamiche sociali.
Siamo a Ibadan, in Nigeria. Baba Segi è grasso, ignorante, superstizioso, ricco e poligamo. Ha tre mogli che hanno scelto di sposarlo a dispetto di tutti i suoi evidenti difetti, perchè sposarlo era il male minore: storie tristi, di povertà o violenza, di infanzie senza genitori e duro lavoro o di padri ubriaconi e assenti, o di gioventù spezzata da uno stupro o da un aborto.
L’equilibrio familiare è rotto dall’arrivo di una quarta moglie, la bella e colta Bolanle, che non riesce a dare figli a Baba Segi.
Disperato, il capo famiglia decide di abbandonare stregoni e ciarlatani per rivolgersi alla medicina ufficiale, ma la sua decisione scatena un putiferio in casa poiché le indagini dei medici potrebbero portare alla luce un terribile segreto, tramandato fino a quel momento di moglie in moglie.
Fino a che punto si spingerà l’ira di tre donne decise a difendere la loro posizione?
«La trama è straordinaria eppure il libro non è divertente: ha un registro drammatico e racconta di come queste donne scelgano di proteggere il proprio uomo dalla sua stessa cultura» (cit. Michela Murgia)
“Prudenti come serpenti” di Lola Shoneyin – 66th and 2nd Edizioni