Il senso di colpa, se eccessivo, è un sentimento che limita la libertà individuale a causa della sua presenza invadente nel pensiero di chi lo vive e lega ad una situazione, comportamento o ad altra persona impedendo di vivere serenamente la quotidianità. Sentiamo un senso di colpa perché pensiamo di non esserci comportati al meglio, di aver commesso un errore e di non potervi porre rimedio subito o ci si sente in colpa nei confronti di coloro, famigliari e non solo, cui pensiamo di dovere sempre qualcosa in più di quello che già facciamo. Sono infinite le occasioni per sentirsi in colpa e ci sono persone particolarmente sensibili a questo sentimento. In psicologia, la funzione positiva del senso di colpa è quella di permettere alle persone di riflettere su ciò che stanno facendo, di valutarne le conseguenze e di farsi carico della responsabilità di queste conseguenze. E’ una funzione psicologica importante che consente una vita sociale “ordinata” entro le regole e leggi dello stato, della cultura e della famiglia. Quindi non può essere eliminato!! Se lo fosse vivremmo nel caos e nell’anarchia più totale.
Esistono, però, numerose persone che, abitualmente o in particolari periodi della loro vita, si sentano schiave del senso di colpa e quindi deprivate di una vita serena e piacevole perché sempre troppo preoccupate a pensare a quello che fanno, a quello che hanno già fatto e a come porvi rimedio. A volte, il senso di colpa è vissuto come una musica di sottofondo che di tanto in tanto si fa sentire più forte e blocca ogni altra attività altre volte può diventare una vera ossessione e invadere tutto, o quasi, il tempo e lo spazio di un individuo.
Il senso di colpa ci racconta qualcosa di noi ed andrebbe ascoltato. Ascoltarlo non significa accettarlo in modo cieco e indiscriminato. Se così fosse, ne risulteremmo dominati con il risultato di sviluppare un pensiero ossessivo e una ricerca affannosa, necessaria a trovare il giusto rimedio per quietarlo. Ascoltarlo significa farci raccontare delle nostre fragilità, delle insicurezze, delle paure che caratterizzano la nostra persona e le relazioni con gli altri. Ci racconta anche, di come ci sentiamo legati alle persone che ci circondano (se troppo o troppo poco) e di conseguenza dei limiti che è necessario stabilire tra noi e gli altri per non essere risucchiati in una vita che non è più la nostra.
La lettura di questo racconto non è affatto immediata e trasparente, richiede un notevole sforzo mentale, per vedere ciò che non è visibile a occhio nudo. Occorre cambiare prospettiva e capire a chi ci lega il senso di colpa, cosa non ci permette di fare e quali conseguenze porta con sé. Nelle risposte a queste domande, si nascondono i nostri punti critici, le difficoltà, i disagi ed è poi su questi che occorre spingere per un cambiamento, dove è possibile, o più semplicemente verso l’accettazione dei nostri limiti e conflitti interiori. In questo modo, è possibile vedere attenuarsi anche un senso di colpa invadente e oppressivo.
Dott.ssa Katjuscia Manganiello – Psicologa Psicoterapeuta Pesaro Urbino Marche Studio di Psicologia e Psicoterapia – via Guido Postumo, 8 / 61121 Pesaro Urbino Marche