Conosco Vanessa da più di dieci anni: abbiamo frequentato insieme il liceo, e per qualche mese in IV ginnasio siamo anche state compagne di banco. Dopo gli esami di quinta superiore abbiamo quasi completamente perso i contatti: io ho fatto qualche mese a Pavia frequentando Lettere Antiche per poi cambiare la mia scelta e passare il test di Dietistica l’anno successivo a Milano (l’avreste mai detto che i miei interessi fossero così diametralmente opposti?), mentre lei si è iscritta alla facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dove -dopo aver conseguito la laurea triennale- ha frequentato anche i due anni di magistrale.
A distanza di quattro anni dall’ultima volta che ci siamo viste, ci siamo incontrate settimana scorsa per… una cena di lavoro! Le nostre vite lavorative corrono sorprendentemente vicine, così vicine che intrecciarle sarebbe utile per la professione di entrambe.
Vanessa ha infatti dedicato la sua tesi di laurea alla terapia psicologica dei pazienti affetti da DCA, frequentando il tirocinio presso il Centro Disturbi Alimentari di Villa Turro (Milano), dove ha lavorato come psicologa in un team multidisciplinare con medico internista, psichiatra e dietista. In seguito ha avuto modo di dedicarsi ad un’altra sua passione, della quale vi parlerà oggi: la psicologia dello sport.
Da quando ho aperto il sito ho ribadito diverse volte l’importanza di non focalizzarsi solo sull’aspetto estetico che spinge a mettersi a dieta: il cibo non è solo nutrimento, ma anche emozione, gioia e a volte pena.
Spesso, troppo spesso, ci si rivolge alla dietista per avere un piano alimentare che permetta di raggiungere il peso tanto agognato, con la speranza che uno schema ben impostato sia risolutivo e conclusivo di tanti problemi e assilli. In realtà spesso questo non basta: bisogna fare i conti anche con le emozioni che ci legano al cibo, soprattutto quando siano presenti vere e proprie compulsioni verso esso (sia in termini di restrizione calorica estrema, sia di pericolose abbuffate). Ecco dunque che viene in aiuto la figura della psicologa: le due professioniste devono ovviamente interfacciarsi e lavorare l’una a sostegno dell’altra per portare insieme il paziente sulla via dell’equilibrio psicofisico.
Molte persone rifiutano aprioristicamente un sostegno psicologico, benché questo sia solo temporaneo (come la dietista: non è compito mio seguire la vostra alimentazione per sempre, ma solo indirizzarvi sulla strada migliore) e benché un simile aiuto non preveda l’uso di farmaci.
Se i miei pazienti (attuali o futuri) volessero intraprendere un percorso che non preveda solo la dieta, ma volessero anche un aiuto per risolvere le cause emotive e psicologiche che sono alla base del cattivo rapporto con il cibo o con il fallimento della dieta, da fine marzo io e la dott.ssa psicologa Vanessa Costa collaboreremo nel mio studio di Verdello (BG). Come vi ho detto, lei è esperta sia di disturbi dell’alimentazione che di percorsi motivazionali ai fini sportivi. Per informazioni potete contattare sia lei che me.
Spesso una persona che si mette a dieta intraprende anche un’attività sportiva, ben sapendo quanto sia indispensabile per raggiungere il normopeso, per mantenerlo e -più in generale- per stare bene con sé stessi e mantenersi in salute. Quante volte però ci si demoralizza, ci si perde d’animo, non si ha voglia di uscire nelle fredde giornate invernali o ci si nasconde dietro la scusa di un’afa eccessiva!
A volte ci si scoraggia perché non si vedono i risultati sperati: probabilmente si sta commettendo qualche sbaglio nell’allenamento, ed è meglio rivolgersi ad un personal trainer. Capita però di abbandonare l’attività sportiva anche perché si perde la motivazione, o perché ci si sente a disagio in palestra. Ecco che in questo viene in aiuto la psicologa dello sport, utilissima anche agli atleti che si stanno preparando al periodo delle gare. Per capire esattamente la funzione della psicologa dello sport lascio direttamente la parola a Vanessa. Qui trovate il suo sito: il Body and Mind Team, un progetto avviato con altre colleghe, utile ad approfondire l’argomento e per seguire i loro eventi.
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La Psicologia dello Sport incontra il benessere
Avete mai sentito parlare di psicologia dello sport?
La psicologia dello sport viene tradizionalmente definita come la scienza che studia il comportamento umano legato all’attività sportiva: si occupa quindi di personalità, motivazione, concentrazione, emozioni e dinamiche di gruppo.
Nella sua accezione più classica, la psicologia dello sport viene identificata come una disciplina orientata prevalentemente ad un miglioramento della prestazione sportiva. In quest’ottica lo psicologo dello sport assume il ruolo di esperto in preparazione mentale, capace di strutturare interventi personalizzati che abbiano l’obiettivo di portare atleti di qualsiasi livello a dare il meglio di sé grazie all’allenamento di abilità mentali specifiche.
La psicologia dello sport, tuttavia, non si riduce alla pura e semplice preparazione mentale e non può essere rinchiusa all’interno del ristretto ambiente agonistico.
Per uno psicologo dello sport, infatti, uno degli aspetti più interessanti ed innovativi dello svolgere questo tipo di professione consiste, a differenza di quanto si possa pensare, nell’interfacciarsi con persone comuni, più o meno sportive, per sostenerle nella loro personale ricerca di un maggiore benessere psico-fisico.
All’interno di questo contesto l’intervento dello psicologo dello sport assume quindi delle caratteristiche particolari, affiancando la persona nell’identificare i propri personali obiettivi di benessere (dal dimagrimento alla lotta alla sedentarietà, dalla gestione dello stress all’individuazione di interessi che esulino dal contesto lavorativo, e così via), supportandolo, passo passo, nel perseguirli con costanza e determinazione.
Quante volte avete iniziato la settimana pieni di buoni propositi, decisi a cambiare stile di vita “una volta per tutte” senza poi riuscire a sopportare le eventuali difficoltà o i cali motivazionali? Quante volte avete deciso di iscrivervi in palestra determinati ad andarci almeno due volte alla settimana, magari facendo anche delle rinunce per poter affrontare la spesa, salvo poi rendervi conto che la fatica e l’impegno richiesto erano così elevati che avete piano piano smesso di andarci? Il medico vi ha consigliato di fare un po’ di attività fisica, di modificare la vostra alimentazione o di smettere di fumare per far fronte all’ipertensione, al sovrappeso o ad altre situazioni potenzialmente a rischio ma la vostra motivazione crolla al primo ostacolo?
Questi sono solo alcuni dei classici esempi di situazioni nelle quali un percorso di promozione del benessere potrebbe essere utile al fine di individuare quali siano le ragioni che ci portano a desistere prima di aver raggiunto il nostro obiettivo e ad imparare alcune strategie che potrebbero esserci utili per diventare sempre più consapevoli di noi stessi e quindi più padroni delle nostre scelte.
In quest’ottica l’intervento dello psicologo dello sport ha un duplice scopo, che consiste da un lato nel sostenere la persona nel raggiungimento del proprio obiettivo di benessere, aiutandola e motivandola costantemente nel percorso che la porterà a condurre non solo uno stile di vita più sano ma anche più appagante a livello personale e sociale. Dall’altro, un percorso di questo tipo fornisce la possibilità di confrontarsi un’esperienza di successo rispetto al raggiungimento del proprio personale obiettivo, che permetterà, a chi lo sperimenta, di incrementare il suo senso di auto-efficacia e la sua autostima, andando a sostenere una visione maggiormente positiva di sé e delle potenzialità che si possiede.
I percorsi di promozione del benessere vengono strutturati ad hoc a seconda delle caratteristiche della persona e del tipo di richiesta che viene portata ed hanno una durata limitata nel tempo in quanto hanno come fine ultimo quello di rendere autonomo chi ne usufruisce.
All’interno di questo percorso, lo psicologo dello sport supporta l’utente nell’identificazione della propria meta e lo accompagna nelle diverse fasi del percorso, guidandolo nell’esplorazione delle proprie risorse, sostenendone la motivazione e fornendole le tecniche e gli strumenti mentali necessari a gestire le eventuali difficoltà che si potrebbe trovare ad affrontare.
Per info:
Dott.ssa Vanessa Costa
Psicologa Clinica e Psicologa dello Sport
[email protected]
www.bmteam.it