Ieri, mattina, nervosa come una biscia per le ore di sonno perse a causa del pazzo che urla come un brontosauro con le emorroidi, sono andata a lavorare con l’affabilità di una biscia. Vestita di nero da capo a piedi (cosa che generalmente non accade, almeno di giorno) e di pessimo umore.
Ho così deciso di fare una telefonatina al padrone di casa per fargli presente la situaizione. Sì perchè, oltre ad essere il proprietario del mio appartamento, è pure il cugino dello psicopatico. Premetto che lui con me evita di confrontarsi. Preferisce Maschio Alfa perchè è perchè più tranquillo. Soffre di evidenti sensi di inferiorità rispetto a me. In realtà, credo che il problema gli si ponga con tutte le donne. Io poi sono molto diretta nel dire le cose e questo non lo sa gestire. Comunque, questi sono i toni della conversazione:
“Pronto?”
“Sono Romina.”
Gelo dall’altra parte della cornetta.
“C’è un problema molto serio che va risolto.”
dieci secondi di silenzio e poi “che succede?”
A questo punto è partita un’emorragia verbale. Ho fatto mezz’ora di monologo senza prendere fiato.
“Tuo cugino. Il problema va assolutamente risolto perchè io sono satura ed esasperata. Urla. La notte io devo stare sveglia a causa delle sue urla. Se tromba, urla. Se litiga, urla. Se rientra strafatto in piena notte, urla. Basta. Questa storia deve finire. Visto che casa è tua e il cugino pure, e visto che io ho fisicamente paura di andare a prendere di petto il matto, mi fai la cortesia di pensarci tu perchè la vita è diventata impossibile, sta dando fastidio a tutto il condominio. Tempo fa non si è nemmeno degnato di dirmi che venivano gli operai a fargli i lavori sulla tettoia. Sono uscita in accappatoio dalla doccia, sono andata in cucina e ho trovato un operaio che passeggiava sulla tettoia che, ti faccio presente, è dieci cm più bassa rispetto al mio balcone, quindi ce l’avevo praticamente in cucina. E io ero in accappatoio. Io la notte voglio dormire, non voglio più svegliarmi con gli strilli, vedi che puoi fare!”
“Romina” balbetta il cretino “tu hai ragione…”
“lo so che ho ragione”
“Ma il soggetto lo conosci, io ci posso parlare ma…”
A questa frase non ci ho visto più. Sono diventata una belva.
“Non ci siamo capiti. Io ti pago un cospicuo affitto per una casa dove, dalle 5:00 del mattino in poi – se sono fortunata – non posso più dormire. Non mi pare regolare. Allora tu ora mi risolvi la situazione. Non mi interessa ‘che soggetto è’. Io ti avverto: o la situazione si risolve o io comincio a chiamare i carabinieri ogni sera. Vogliamo fare questo gioco? Tu quest’anno ti sei pure permesso di aumentare l’affitto. Vogliamo fare che io ti pago la cifra dello scorso anno e la differenza fai in modo di fartela dare da tuo cugino? Facciamo che prima parte una denuncia per schiamazzi notturni a tuo cugino (e ci sta che magari non te ne frega niente) e poi do la disdetta per casa? Ti avverto, tu questa casa al prezzo che ti pago io non la riaffitti. Altri due idioti come noi non li trovi! Quindi ora mi fai il cavolo del piacere di farti una chiacchierata col matto.”
“Ok. Ma adesso lui è a casa?”
La genetica non aiuta quella famiglia. Son degli imbecilli. Come si dice a Roma, m’è partita la ciavatta e ho iniziato a urlare.
“MA COSA CAZZO NE SO IO DOVE STA LUI ADESSO?! FINO ALLE 6:30 TI POSSO GARANTIRE CHE C’ERA PERCHE’ MI STAVA SFRANTECANDO LE PALLE A SUON DI STRILLI MA COSA DIAVOLO FACCIA LUI ORA IO NON LO POSSO SAPERE PERCHE’SONO IN UFFICIO. IO LAVORO, IO LA MATTINA MI ALZO PRESTO E VADO A LAVORARE, E’LUI CHE RIMANE A CASA PERCHE’E'TROPPO STANCO DOPO TUTTI GLI STRILLI! IO NON LO SO CHE COSA FA DURANTE IL GIORNO, NON LO SO, IO SO SOLO CHE VOGLIO DORMIRE. DOR-MI-RE.!!”
Ieri sera, sono andata a dormire che il palazzo era avvolto in un silenzio più dolce di un carillon.
Peccato che alle 4:30 mi è arrivato un sms e mi sono svegliata. Son scattata perchè pensavo fosse la collega che mi diceva di attaccare alle 9:00 e non alle 11:00 perchè il bimbo aveva la febbre.
No, era la tim che attentava al mio sonno. Comunque, a quel punto ero sveglia e vi posso garantire che le due merde di sotto litigavano che un piacere. Stavolta però non si urlava. Parlavano concitatamente. Solo che se parli concitatamente in piena notte, ti sentono tutti lo stesso. Che poi lei è una belva. Mica lo fa parlare, lui. A Roma si dice “manco sputa” per indicare il fatto che parla talmente veloce che non ha più saliva.
Ad ogni modo. Io sento che sto per dar di matto.
Quando sul giornale leggerete di una vendicatrice mascherata che va in giro a riempire di silicone le boccacce dei vicini chiassosi, pensate a me…