L’allerta è massimo in tutte le città turistiche del reame marocchino. I cervelli dei servizi di sicurezza sapranno giustificare il perchè di tutte le misure eccezionali e preventive messe in atto in questi giorni e riportate da tutta la stampa nazionale? A Casablanca, il direttore generale della sicurezza nazionale ha predisposto due riunioni nello spazio di 15 giorni con tutti i responsabili per la messa in opera di un dispositivo di massimo controllo della città. Tutte le richieste di vacanze dei poliziotti sono state sospese sino alla fine della festività di Capodanno mentre crescono posti di blocco e controlli di veicoli, ronde della polizia in moto in diversi punti nevralgici, sia di notte che di giorno; controlli serrati nelle vicinanze di luoghi di culto sia cristiani che ebraici oltre al pattugliamento 24/24 nelle stazioni, nei luoghi turistici, negozi di lusso, caffè e ristoranti e night-club; tutti i luoghi quindi che accolgono visitatori stranieri in numero importante. A Marrakech, che ospita in questo periodo diverse personalità di spicco e tantissimi turistici l’allerta è in codice rosso e gli effettivi della polizia sono stati affiancati da unità provenienti da altre regioni ritenute a basso rischio. Ci si chiede a questo punto il perchè del ricorso a queste misure straordinarie che si vedono molto raramente. Sembrerebbe che il motivo è dovuto non a specifiche minacce ma allo smantellamento in queste settimane di importanti cellule terroristiche che gravitano nella nebulosa Al Qaeda nel Maghreb islamico, che toglierebbero il sonno ai responsabili della sicurezza nazionale nei quattro angoli del paese. Altro fatto allarmante è la liberazione imminente di diversi soggetti implicati negli attentati del maggio 2003 a Casablanca che costò la vita a decine di persone. Raddoppiando gli sforzi e moltiplicando i controlli, le forze dell’ordine marocchine stanno arrestando molte persone ricercate per reati comuni abbassando così il tasso di criminalità sempre più evidente nel paese, registrando successi inaspettati, grazie anche all’investimento pressochè raddoppiato in mezzi e strutture idonee. La tensione è alta e palpabile, quindi si presume che tutte queste misure non siano semplicemente degli esercizi di routine ma rilevano dei presupposti molto seri sull’eventualità di un attacco terroristico, sempre possibile e mai prevedibile, come accadde a Marrakech sulla Place Jemaa el Fna il 28 aprile dell’anno scorso, uccidendo molte persone innocenti al Caffè Argana.
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