La scelta dello psicoterapeuta
Quando una persona decide di consultare uno psicoterapeuta o intraprendere una psicoterapia, quasi sempre si trova di fronte al difficile problema di quale terapeuta scegliere e di quale orientamento.
La decisione è importante: chi andrà bene per me, quale tecnica e teoria è più adatta a risolvere il mio problema?. Non posso permettermi di sbagliare, sto per fare un investimento in termini di tempo, denaro e fatica non indifferente.
Come fare, a chi chiedere?
In effetti il panorama delle scuole e delle terapie psicologiche è estremamente variegato ed è difficile per chi non è del settore orientarsi tra tutte le voci presenti nel campo della salute mentale.
Prima di tutto è assolutamente necessario consultare l’elenco degli psicoterapeuti iscritti all’ordine degli psicologi o dei medici per essere sicuri di rivolgersi a un terapeuta la cui preparazione, competenza e professionalità siano garantite. Non è, infatti, possibile iscriversi all’Ordine se non si hanno i titoli di studio richiesti, se non si è fatto un tirocinio adeguato e, superato l’esame di stato che abilita all’esercizio della professione.
Fatto questo, scegliete pure senza paura, vi spiego perché.
Un fattore determinante per il successo di una psicoterapia, a qualunque indirizzo teorico appartenga, è la forza dell’alleanza terapeutica, elemento indispensabile in qualsivoglia psicoterapia . Numerosi studi e ricerche sull’efficacia di psicoterapie appartenenti a indirizzi teorici diversi, hanno rilevato come la natura dell’alleanza terapeutica che si stabilisce nella fase iniziale della terapia, sia probabilmente il miglior fattore predittivo circa l’esito della terapia.
Ora l’alleanza terapeutica nasce solo nell’ambito di una relazione terapeutica, deve avere cioè precise e specifiche caratteristiche, tuttavia per quanto particolare possa essere è pur sempre una relazione, cioè un incontro tra due persone.
E un incontro tra due persone, anche se ben definite nei rispettivi ruoli e nello spazio e nel tempo che possono condividere, è in ogni caso l’ incontro tra due sensibilità e personalità.
Ogni psicoterapia, di qualunque tipo sia, richiede che si stabilisca tra i due protagonisti, una relazione calda e sincera, che è il contenitore necessario allo svolgersi del processo terapeutico, in sua assenza infatti non può esservi alcuna terapia.
Se le cose stanno così, le personalità e le particolari sensibilità del terapeuta e del paziente, elementi ineliminabili, non sono indifferenti, ma entrano di peso nel determinare la qualità della relazione e perciò l’efficacia della terapia
Il terapeuta deve essere visto, sentito, vissuto, dal paziente come qualcuno che ha a cuore la sua situazione, qualcuno che non giudica e che si impegna insieme a lui nella comprensione del significato dei suoi sintomi. Se ciò accade, la relazione evolve, il paziente impara ad avere fiducia nel terapeuta anche rispetto ai suoi sentimenti più intimi e privati, si sente accolto.
Sono così gettate le basi dell’alleanza terapeutica e il cammino può incominciare.
Tutto questo discorso per dire che dopo essersi assicurati sulla serietà e professionalità del terapeuta, si può scegliere in base ai più diversi criteri, come il costo delle sedute, la vicinanza a casa o al lavoro, l’orario o altro ancora, perchè ciò che conta sarà la qualità della relazione che si stabilirà con il vostro terapeuta, e questo non dipende solo dalla sua capacità, esperienza e “bravura”, ma anche dal suo particolare modo di essere la persona che è.
In altre parole la psicoterapia, oltre che essere una teoria da cui discende una pratica, teoria e pratica comunicabili, è anche un’arte, è cioè un’espressione assolutamente personale di chi la esercita.
Perciò non abbiate paura di sbagliare, perché nel giro di poche sedute avrete modo di capire e “sentire” se chi avete scelto va bene per voi, e lo capirete perché se va bene, in breve tempo il vostro terapeuta diventerà una persona importante del vostro mondo interno, un costante punto di riferimento che anche quando non c’è, sentirete al vostro fianco nel cammino intrapreso.
di Daniela Grazioli