Magazine Diario personale

psicoterapia dentale

Da Francesca_82
E' stato un venerdì difficile.
Di solito sono contenta che arrivi il venerdì tranne quando c'è da lavorare anche il sabato e andare dal dentista.
Infantile.
Di già.
Tutto è cominciato quando abbiamo visto nella bocca di Marc delle strane macchie sui suoi molari, quelli in fondo. Strano, li lava da quando ce li ha, non assume zuccheri, non mangia prodotti industriali, ho pensato che fossero foglie di spinaci, ho pensato che fosse terra -non mi sarei stupita affatto!- ma lavando lavando quella sera non andavano via.
Raul, che va al dentista regolarmente da un paio d'anni per il suo trattamento, ovviamente ha subito chiesto lumi e il colloquio con tanto di diagnosi a distanza si è svolto così:
-Età del bambino?
-2 anni e mezzo
-E`ancora allattato?
-Sì
-Va bene, l'appuntamento è tra quindici giorni e dica a sua moglie che cominci a mentalizzare l'idea di svezzarlo.
WTF?!
All'improvviso mi è venuta in mente una chiacchierata con un'amica mia, una di quelle macrobiotiche radicali da guerra allo zucchero con la katana in mano, alla cui figlia avevano diagnosticato la stessa identica situazione, alla stessa età e nella stessa condizione di Marc.
Ci danno appuntamento ad un orario criminale per il nano, alle 4 del pomeriggio, nel bel mezzo della siesta, studio in città, perché andiamo alla Facoltà di Ortodonzia dell'Universitat, good perché è molto economica, se non gratuita, bad perché è in zona universitaria senza possibilità di parcheggio e Marc odia la metro sotterranea, ma è l'unico modo per arrivare.
Good perché la doc è molto attenta, circondata com'è di studentesse di Master, bad perché a volte ti senti come una cavia e a Raul hanno fatto un po' di pasticci con ferretti messi male dagli studenti.
Ma ci vogliamo fidare, il reparto è tutto colorato, e credo che fare palloncini, intrattere i bambini e avere libri da colorare faccia parte del Master in questione!
Sapevo a cosa andavo incontro e sono entrata ovviamente con l'arma del delitto in mano, anzi in bocca a Marc: mi sono sentita subito giudicata.
Chimicamente la storia è molto semplice e purtroppo innegabile. Certamente dipende anche dalla predisposizione fisica ma tant'è: il problema non è tanto tetta sì/tetta no fino a 2-3-4anni, quanto la costante presenza di residui di latte quindi residui di zucchero in bocca al bambino.
Nonostante gli lavi i denti, poi se passa la notte intera o quasi a ciucciare eh bé, questo è il problema.
La doc non è contraria all'allattamento prolungato, quanto a questi piccoli dettagli che fanno la differenza: ho amiche che pur allattando da anni, dopo una certa età del nano hanno trovato il giusto equilibrio senza traumi: tetta sì per dormire ma poi ci laviamo i denti e ci rivediamo domani mattina a colazione. Il tutto di comune accordo.
Io e Marc invece abbiamo al momento una relazione di dominanza, dove lui domina me: ho spesso provato, ora che è più che consapevole di se stesso, a chiedere di non strapparmi costantemente i vestiti di dosso, che può aspettare un minuto; che magari mi fa male perché morde; che cerchiamo adesso, dopo oltre due anni di mettere degli orari alla tetta, che non muore di fame né di sonno, né gli sto togliendo attenzioni.
La risposta (quando dico che è consapevole, è che lo è davvero!) CALLA! (cioè, sta zitta)
Io non so come siamo arrivati a questo punto, o forse sì.
Parti i primi mesi che ovviamente ti senti l'unica fonte di nutrimento e calore. Ovviamente ti deve piacere.
Continui per esigenze emozionali, mentre si riduce la necessità alimentaria, diciamo verso i 15 mesi.
Scopri che è proprio comodo tirare fuori la tetta per fare le cose più strane, per esempio: tenerlo tranquillo in aeroporto/metro/treno pur di non vederlo strisciare sui pavimenti e quando non sai più come intrattenerlo, sai che con quella vinci.
Cominci a capire che la cosa se ha ido de las manos quando Marc seduto per terra pretende giocare ai lego mentre ha la tetta in bocca, assumendo le posizioni più strane, facendomi fare le contorsioni. Lo stesso se si sta facendo i cavoli suoi, ma con la tetta (nemmeno IO come sua madre, tipo che vuole stare in mia compagnia) appresso.
Cioè vedi proprio che va oltre. Oltre a cosa? Non lo so, sospettavo che fosse troppo, rispetto a cosa? Non lo so, ma non ero tranquilla da un pezzo.
Ora la batosta finale: oltre a non aver fatto credo un gran bel lavoro come madre, gli causo pure la carie e la smineralizzazione dentale!
Raul ha deciso di prendere in mano le redini della situazione e mi manda via: ieri sera vabbé era l'8 marzo, sono andata a suonare con la batukada nella manifestazione e sono tornata alle 3 di notte. Ovviamente dormivano abbracciati e totalmente indifferenti al mio arrivo.
Oggi sono uscita alle 11 e tornata alle 20 per andare alla Fiera del Biologico. Diciamo che avevo bisogno di andare da sola perché andavo a lavorare, a trovare fornitori, ma in nessun momento Raul mi ha fatto pressioni affinché tornassi presto. ANZI.
Ovviamente tutto è andato magnificamente bene, con Marc che mi racconta cos'ha fatto durante la giornata e che ha dormito con papà, che gli piace dormire con papà: io due occhi così O_O. Possibile che non mi abbia mai cercata?!
Diciamo che questa carie oltre a mettere a nudo i denti di Marc, ha messo in luce le dinamiche sbagliate che abbiamo assunto in questi anni. Tipo che  mi sono spesso intromessa nella relazione padre-figlio, cercando di anticipare mosse di Raul o imponendomi in veste di madre telepatica. Ho spesso guardato con sospetto -ritenevo la cosa impossibile-che prima di una età X Marc potesse stare più di tre ore senza di me. Non mi sono mai chiesta quale fosse questa età X e quindi non abbiamo mai provato a fare nessun esperimento.
Il mio attaccamento a Marc è sempre stato genuino- no, davvero, la doc mi ha detto che è un "errore" di molte madri fatto in buona fede e ci mancherebbe! ma avrei dovuto parlare di tetta a Marc esattamente come del pannolino, senza paranoie.
In sintesi: Marc è da un bel PEZZO che era pronto a lasciare la tetta, ma giuro che mi stupisco di quello che sto per scrivere, non lo ero IO.
Sapete no, la storia che i bimbi fanno ogni cosa a loro tempo?
Ecco, ripeto, Raul mi ha dovuta fisicamente mandare via di casa per dimostrarmi che lui può far dormire Marc senza traumi, senza tetta, senza fine del mondo. Che Marc può e me lo dice: gli piace dormire con papà.
 Certo, stasera mi si è addormentato in braccio appena mi ha vista e non è che da domani andrò in giro con l'armatura di ferro né lui mi ignorerà del tutto, ci sarà ancora tanta tetta nel nostro futuro. Ma ho una nuova consapevolezza, che trasmetterò a Marc nei prossimi giorni. Ridimensionamo l'accesso libero, diamo importanza a papà anche negli aspetti più delicati, insomma, evolviamo.
Ecco, avrei voluto risparmiarmi il trauma del dentista perché da sto tunnel ne usciremo tra una .... decina d'anni (finché sti molari non cadranno naturalmente, dobbiamo tenerli costantemente vigilati!) ma diciamo che a volte con me ci vogliono le terapie d'urto.
Allucinante quante cose si imparano anche da una semplice carie, meglio che dallo psicologo eh!
Andate, portate i vostri bimbi dal dentista!

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