E’ possibile una psicoterapia online?
Se n’è parlato anche al Congresso di Psichiatria che negli scorsi giorni si è tenuto a Barcellona: pare che la terapia online possa rivelarsi utile nel trattamento di depressione lieve, sintomi di ansia, piccole fobie, anoressia e bulimia, da supportare eventualmente con le terapie farmacologiche. I dubbi sono d’obbligo: quanto può essere efficace una terapia a distanza affidata alle sole forze del paziente?
Come funziona: il paziente si collega a Internet e riceve via chat o via email da sei a otto sessioni settimanali di 45 minuti l’una a cui si aggiunge una telefonata diretta con il terapeuta di 15 minuti. Pare, dai primi dati disponibili, che questa tecnica si sia rivelata positiva nel trattamento di alcune fobie sociali ma risulta cruciale quindi la voglia di superarle del paziente. Impossibile non lasciarsi prendere dallo scetticismo in tutti gli altri casi.
da: http://www.benessereblog.it
Commento del Dott. Zambello 3o ottobre 2010
Che esagerazione! E’ come dire: adesso l’amore lo si fa via internet. Purtroppo qualcuno ci crede e lo fa ma, é una “deviazione” , spesso per paura o incapacità. La psicoterapia come l’amore ha bisogno che i due si incontrino con tutto se stessi. Certo, lo so bene, é possibile vivere aspetti dell’amore, preparare l’amore, parlare dell’amore, alias della psicoterapia, anche via internet. Una volta lo si faceva quasi esclusivamente per via telefonica e prima, epistolare. Era grande l’investimento che veniva affidato a quelle lettere. Una voluminosa letteratura lo dimostra ma, mai si é confuso ciò che era mezzo, sogno, fantasia, con la realtà. E’ una confusione che produce solo frustrazione e dolore che lo psicoterapeuta dovrebbe non solo conoscere ma evitare di far vivere alla persona che comunque a lui si affida.
Commento del Dott. Zambello 17 ottobre 2012
Bene, questo era quello che scrivevo il 30 ottobre di due anni fa, poi, mi sono un po’ ricreduto. Ho avuto e accettato, alcune richieste di aiuto terapeutico via internet, per la precisione via Skype e, funzionano. In tutti e due i casi ho visto prima il paziente alcune volte in studio e poi ci siamo accordati per incontri prefissati via Skype. Devo dire che le dinamiche sono sostanzialmente le stesse. Cosa ne traggo come insegnamento? Che nei rapporti umani, compreso quello terapeutico, nulla è mai certo. Tutto è sempre in movimento, è auspicabile, in crescita. Compito di ogni terapeuta, direi medico, non è quello di imporre i propri schemi ma di cogliere le necessità e rispondere secondo il linguaggio del paziente.