Rapiscono la figlia del senatore Silvestri e il rapitore, mascherato con becco d'uccello, chiede la somma di un milione di euro per non ucciderla. Il caso è affidato al capitano Brunetti del Reparto Operativo Speciale dei Carabinieri. Una volta pagato il riscatto tramite bonifico su banca svizzera , il rapitore alza improvvisamente la posta.
Ora vuole dieci milioni di euro in quanto ha dieci ostaggi con sé e se non accettano le sue condizioni le persone rapite cominceranno a morire.
Quando scade il primo ultimatum il sequestratore fa addirittura scegliere al capitano Brunetti chi uccidere e la scelta ricade su un immigrato rumeno e una prostituta.
Il gioco del sequestratore è chiaro ma il capitano deve stare alle sue regole.
E , quando verrà rapita sua figlia di due anni, capirà che la risposta a tutte le domande è nascosta nel suo passato....
Nonostante uno sia rimasto scottato dalle ultime esperienze di cinema horror in Italia, notorio Paese in cui pare che si girino solo commedie, un giorno arriva un dvd di un film di cui non hai mai sentito parlare ad opera di una giovane regista e quando ti metti a vederlo esclami " Finalmente!!!"
E già , finalmente.
Ecco un horror italiano che può dire la sua anche in ambito internazionale anche se è girato con un pugnetto di euro, anche se occhieggia a capisaldi del genere ancora insuperati ( vedi Saw) anche se flirta continuamente e pericolosamente col sottogenere horror più amato/odiato qui a bottega, quel found footage che ha creato tanti abomini passati su questi schermi.
Luna Gualano dimostra invece un'intelligenza non comune nel rielaborare gli stilemi del genere , evita le trappole del torture porn fine a se stesso o del found footage abulico in cui non succede mai nulla e , dall'alto di una sceneggiatura di invidiabile precisione, orchestra un gran balletto orrorifico in cui si diverte un mondo a suggestionare uno spettatore tra sangue e ironia, tra l'orrore , quello vero di quando ti toccano gli affetti più cari , e il revenge movie made in Korea, tra il puro meccanismo filmico e la perversione della reazione che esso provoca .
Esemplificativa in questo senso è una sequenza che pur in assenza in effetti speciali ( a parte un'escissione anatomica da un cadavere) svela quanto Psycho Mentary voglia giocare con le reazioni dell'inerme spettatore.
Parlo della sequenza in cui il rapitore, infiltratosi nella mensa del comando dei Carabinieri, serve con la massima noncuranza hamburger di carne umana all'ignaro capitano Brunetti.
Cosa che crea orrore e disgusto in chi guarda senza per questo sprecare una goccia di sangue.
E questa ironia di fondo si avverte anche nella scelta, decisamente poco ovvia delle musiche che vanno dal Piotta a elementi dell'underground romano che danno sempre un tocco di dissonanza con quello che sta passando sullo schermo.
Altro fattore importante è il recupero della valenza sociale del genere horror: senza spoilerare troppo diciamo che è difficile non essere d'accordo con le istanze del rapitore che saranno chiare quando svelerà interamente il suo gioco.
Si evita il gioco dell'immedesimazione, perché farsi giustizia da soli non è mai la soluzione, ma si ha per lui la stessa comprensione che si può avere per il capitano Brunetti quando gli vengono toccati gli affetti più cari.
E in fase di scrittura , quel sacrificare un immigrato rumeno e una prostituta, esempio di reietti del tessuto sociale odierno, al posto della figlia di un senatore, è triste ma vero.
Le vita non hanno tutte il medesimo valore, c'è chi vale di più e chi di meno, anche se non dovrebbe essere così.
Psycho Mentary è un horror che sfuma nel thriller e viceversa, non è interessato allo stravaso ematico fine a se stesso ma solo al suo meccanismo di specchiata precisione.
A Luna Gualano non interessano le secchiate di sangue e ciò si evince anche dal modo veloce , quasi indolore, con cui vengono risolte le sequenze dei due omicidi, senza inutili orpelli o sottolineature maldestre.
C'è molto più spazio per l'escissione anatomica degli organi interni, per farne hamburger o per farne un pacco regalo da far recapitare al capitano Brunetti.
Il film di Luna Gualano sembra essere più focalizzato sulla molteplicità delle fonti di visione che si alternano durante il film.
Sequenze girate in modo tradizionale , intervallate a soggettive abbastanza inquietanti e ad altre rubate dalle telecamere nascoste impiantate dal rapitore nell'ufficio del capitano in modo da conoscerne in anticipo tutte le mosse in un crescendo che mostra alla fine tutto il suo perverso filo logico.
Perché è tutto logico, fila tutto alla perfezione, ripeto, addirittura si arriva a essere comprensivi con le istanze del rapitore.
Inoltre Psycho Mentary non si sgonfia nel finale come succede alla quasi totalità degli horror, anzi nel finale tira fuori le sue armi migliori, quell'orrore che ti prende alla gola in una morsa e ti attanaglia lasciandoti un estremo disagio anche dopo i titoli di coda.
Un plauso anche agli attori , veramente validi, cosa assolutamente non scontata in una produzione dal budget risicato come questa.
Psycho Mentary piace e anche parecchio essendo la dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che si può fare dell'ottimo cinema anche avendo pochi soldi a disposizione.
PERCHE' SI : finalmente un horror italiano valido, recupero istanze sociali del genere, regia volitiva che sfrutta elegantemente i molteplici punti di visione, cast all'altezza, musiche che danno un tocco ironico-
PERCHE' NO : può non piacere il genere found footage...
( VOTO : 7 + / 10 )