Hai scritto un romanzo e decidi di autopubblicarlo. Ovvero: di non ricorrere a un editore e di fare tutto da te. È una scelta valida e dignitosa, siamo d’accordo.
E poi? Che succede? Mi dispiace tarparti le ali, ma è probabile che il tuo libro venga ignorato. Negli Stati Uniti, per esempio, vengono autopubblicati ogni anno tra 600.000 e 1.000.000 di libri. In media, questi libri vendono meno di 250 copie.
Certo, dirai tu, un libro di un esordiente, che sia autopubblicato o meno, ha meno chances di farsi notare rispetto a un libro di un autore al suo quarto libro. Sì, questa è una prima ovvia ragione. Anche se vale la pena ricordare che nemmeno l’esperimento di autopubblicazione di Stephen King è andato benissimo. King ha rinunciato a un contratto da 500.000 dollari per provare la carriera da self-publisher – chapeau! – ma i risultati non sono stati eccezionali, anzi, c’è chi parla di fallimento.
Un altro motivo per cui è difficile sfondare da self-publisher, diciamolo chiaramente, è la qualità del libro. Sei sicuro che tu sia in grado di valutare il tuo libro in maniera obiettiva? Sei sicuro di aver fatto un buon editing? Sei sicuro che le case editrici che hanno rifiutato il tuo libro avessero tutte torto?
Ma supponiamo pure che il tuo libro sia un ottimo libro. Una volta autopubblicato, ti aspetta una guerra out there. Devi competere con autori che alle loro spalle hanno grandi case editrici e uffici stampa rapidi ed esperti, con a loro disposizione contatti importanti tra giornalisti, agenti e librai, organizzatori di festival ed eventi letterari.
PubblicarSÌ.com: il sito che dà una mano al self-publisher
Da qualche giorno è online PubblicarSÌ, fondato da eFFe, una vecchia conoscenza di Scrittore Computazionale. Il sito promette di affiancarsi al lavoro di un self-publisher e supportarlo nelle sue scelte tecniche, dalla stesura del testo fino alla strategia di marketing, offrendo consulenze anche sulla costruzione di una piattaforma per la diffusione del romanzo.
Ho contattato eFFe chiedendogli qualche informazione sul suo progetto. Ne è venuta fuori una bella conversazione su PubblicarSÌ e più in generale sul self-publishing.
Qual è il ruolo del self-publishing nel mercato editoriale italiano?
eFFe: In termini numerici è limitato, ma in forte crescita. In termini culturali il self-publishing è un catalizzatore, nel bene e nel male: c’è chi comprende che si tratta di un fenomeno con cui bisogna fare i conti, e farli con un’attitudine costruttiva, e chi invece ancora è vittima dei suoi stessi pregiudizi e si trincera dietro un rifiuto francamente ingiustificabile. Il self-publishing non è l’antitesi dell’editoria, è piuttosto una maniera alternativa di pubblicare storie e contenuti.
Perché c’è necessità di un sito che segua/aiuti un self-publisher?
eFFe: Perché chi si lancia nell’avventura di scrivere la sua storia e di renderla pubblica, ha bisogno di imparare tante cose affinché quella storia raggiunga tutte quelle persone che vorrebbero leggerla. Un self-publisher ha bisogno di sviluppare tutte le competenze che tradizionalmente erano patrimonio di una casa editrice, dall’impaginazione alla promozione. PubblicarSÌ.com aiuta i self-publisher a imparare ciò di cui hanno bisogno, e lo fa cucendo una strategia su misura per ciascun libro, per ciascun autore, per ciascuna storia. Il rapporto con gli autori è personale, e in Italia un servizio del genere mancava. Ma non mancano gli scrittori che ne sentono la necessità.
Pubblicarsi: un servizio che non c’era
Vabbè, dirai, di siti per autopubblicarsi ce ne sono già tanti. Hai ragione. Csi sono, per esempio, Lulu o Il Mio Libro che, secondo statistiche del 2012, ha addirittura superato il numero di pubblicazioni della Mondadori.
Come scrivevo in questo vecchio post, sono piuttosto critico nei confronti di siti che pubblicano autori “autopubblicati”. Voglio dire, per definizione il self-publisher non dovrebbe ricorrere a “stampatori”, ma dovrebbe fare tutto da sé, magari fondando una piccola casa editrice e ricorrendo a professionisti come editor e grafici, per esempio.
Per questa ragione credo che PubblicarSÌ abbia una marcia in più. PubblicarSÌ, infatti, fornisce un servizio di consulenza sul testo, condivide con l’autore l’expertise per pubblicare un romanzo e infine offre aiuto nella costruzione di una piattaforma social per diffondere al meglio il libro autopubblicato, dall’impaginazione alla fatturazione, dalla comunicazione al social media marketing.
Una precisazione: conosco eFFe da un po’ di anni, ci siamo incontrati spesso e abbiamo collaborato insieme per diversi progetti. Nel leggere questo post, mi pare sia importante tenerlo a mente.
L’immagine pubblicata nel post viene da qui.