Il post Pubblicità Comparativa in Italia. Che cos’è e come funziona? è apparso in precedenza su The Lab.
In America le più grandi aziende si danno guerra con questa forma pubblicitaria, iniziamo a conoscerla meglio.
Quando parliamo di pubblicità comparativa facciamo riferimento alla possibilità delle imprese di utilizzare l’apparato pubblicitario a scopo di paragonare un proprio brand o prodotto ad uno standard; uno standard implicito quando si paragona un prodotto ad uno generico, quindi senza menzionare direttamente il concorrente, oppure uno standard esplicito quando menzioniamo il nome di un particolare marchio competitor.
Abbiamo riportato qua a seguito due esempi molto chiari e divertenti, se non quasi “virali” di Pubblicità Comparativa: il primo è orientato a dimostrare la leadership di Audi verso i competitors della sua stessa fascia di mercato, il secondo riprende l’eterna lotta tra Pepsi e Coca Cola.
Importante è sottolineare che l’uso di questa strategia non è adottato solo da imprese di pari livello, ma spesso aziende piccole o start-up possono paragonarsi ad imprese molto più popolari e potenti con il fine ultimo di acquistare notorietà e quote di mercato.
Vantaggi:
- Aumento del Brand entertainment ( il consumatore si sentirà più partecipe andando a comprendere piccole sfumature umoristiche che spesso le imprese pubblicitarie usano per meglio far risaltare la comparazione)
- Chiarezza espositiva di benefict oggettivi/soggettivi di prodotto.
Svantaggi:
- Prezzo molto elevato
- Spesso volendo far risaltare il proprio brand/ prodotto si rischia di fare pubblicità gratuita verso il competitor.
Pubblicità comparativa in Italia
In Italia le leggi che regolano questo tipo di advertising sono assai più rigide che quelle che possiamo riscontrare nel panorama americano; infatti nel nostro paese la pubblicità comparativa deve:
- basarsi su elementi fattuali;
- il fatto su cui si basa la comparazione deve essere rilevante e dimostrabile;
- la comparazione deve avvenire tra prodotti effettivamente paragonabili;
- la comparazione non può generare confusione sul mercato ne screditare direttamente i competitor;
In base a ciò possiamo affermare che la pubblicità comparativa in Italia è utile solo sul confronto di prezzo, già largamente riportato da diversi siti web specializzati, quindi non vale la pena andare ad investire risorse monetarie e di tempo nella realizzazione di uno spot comparativo, almeno nel nostro “paese”.
Di Nicholas Vennarucci, studente universitario IULM.Il post Pubblicità Comparativa in Italia. Che cos’è e come funziona? è apparso in precedenza su The Lab.