Pubblicità emozionale: a lezione da Google ARSENALE CREATIVO
Toccante, vero, reale, onesto. Questi sono solo alcuni degli aggettivi che possiamo associare all’ultimo spot Google, creato da Google India per promuovere Google Search. Anche se il video è stato pubblicato solo una settimana fa è già diventato un fenomeno virale e guardandolo vi dimenticherete per un momento che si tratta di pubblicità.
La storia comincia a Delhi, con un uomo anziano che racconta a sua nipote del suo amico d’infanzia, Yusuf. I due amici furono costretti a dividersi a causa della Partizione dell’India nel 1947, quando India e Pakistan diventarono due separati paesi. Grazie a Google Search, la nipote riesce a farli incontrare di nuovo.
Non una storia così irrealistica se consideriamo che la Partizione dell’India è stata un doloroso episodio nella storia di questi Paesi e che Google, usato per connettere le persone tra loro, è un uno strumento fondamentale per la nostra generazione. Il video mostra una situazione reale, cui messaggio sembra essere: “Siamo Google e quello che facciamo è migliorare la vita delle persone”
Google India ha usato un appeal emozionale ed ecco perchè possiamo parlare di pubblicità emozionale: un tipo di pubblicità creato per stimolare le emozioni. Lo scopo è quello di appellarsi ai bisogni psicologici, sociali o emozionali del consumatore e la tecnica sembra funzionare molto bene. Perchè? Le vibrazioni positive provocate dalla pubblicità permettono di associare al brand un’immagine vera quanto le emozioni trasmesse. Il successo di questa forma pubblicitaria non è così scontato, bisogna fare uno storytelling perfetto e non tutti ne sono capaci, ecco perchè ho scelto l’ultimo video di Google per introdurre l’argomento, il perfetto esempio di come dovrebbe essere una pubblicità emozionale.
Lunga abbastanza. 3 minuti sono la giusta lunghezza per raccontare una storia, per coinvolgere e catturare le persone ma allo stesso tempo non rischiare di perdere la loro attenzione o di annoiarle.
Racconta una storia. Ci sono una trama, dei personaggi, un inizio e una fine. Facile da capire, ogni dettaglio calza perfettamente e le immagini sono talmente rappresentative che le parole non servono neanche.
Il brand non è invasivo nè invisibile. Se aveste guardato il video senza sapere che era stato creato da Google probabilmente non vi sareste accorti del messaggio promozionale. Il brand è comunque presente e si comporta come se fosse un’azione di product placement perchè si adatta perfettamente alla storia, senza essere invasivo.
Troppo ambizioso prendere lezioni da un colosso come Google? Forse, ma quando c’è qualcosa da imparare bisogna avere i migliori insegnanti.
Pubblicità emozionale: a lezione da Google ARSENALE CREATIVO