Pulp Fiction non è solo il titolo di un film di Quentin Tarantino. I pulp magazine, infatti, sono stati un fenomeno di straordinaria risonanza popolare: riviste, realizzate in economia ("pulp" sta per polpa, la parte dell'albero con cui veniva fatta la carta utilizzata, di scarsa qualità), e che conobbero una grande fioritura soprattutto tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta negli Stati Uniti, in cui erano contenuti racconti, di generi diversissimi: dal poliziesco all' horror, passando per il western e l'erotico.
"Amazing Stories", "Weird Tales", "Adventure Magazine", "Astounding Stories" alcune tra le testate di maggior successo. Molti autori importanti hanno iniziato la loro carriera proprio da riviste di questo genere: Isaac Asimov, Ray Bradbury, Raymond Chandler, Frank Herbert.
Per chi fosse un nostalgico di pulp magazine, dunque, c'è un simpatico tool online, Pulp-O-Mizer, che permette di creare copertine di riviste pulp personalizzate.
Si sceglie il nome dell'ipotetico magazine, lo sfondo, la "cover story". Poi si aggiungono a piacimento le aree di testo, lo stile, il font di ogni elemento e quant'altro possiate immaginare di voler scegliere.
Peraltro, basterà dare un'occhiata a qualche copertina vera di alcune tra queste riviste, per capire due cose: quanto sia "realistico" Pulp-O-Mizer, e quale potenza immaginifica e "pop" avessero questi prodotti editoriali, alla buona, di sicuro, ma che hanno proposto negli anni opere di autori che sarebbero poi diventati colonne della letteratura popolare. Se parlare di "letteratura popolare" può ancora avere un senso compiuto.
Come potete vedere dall'immagine che accompagna questo post, ci siamo divertiti un po' anche noi, immaginando per un attimo che una fantomatica rivista di nome "Enormous Stories" ci abbia dedicato una copertina.