Al di là di ogni slogan evocativo e/o propagandistico, di ogni tentativo di riportare in auge un lifestyle appartenente al passato e di celebrare la cultura della disubbidienza, si ricomincia ad avvertire un rinnovato spirito ribelle che trova una delle sue massime espressioni nella moda.
Ed è proprio dalle passerelle che, celata da abiti neri e anfibi stringati, la tendenza dell’essere contrario risorge, come una fenice, dalle sue ceneri. Le collezioni della prossima primavera vedono la donna come un mix di contrasti e accostano immagini gentili alla ruvidità dello stile punk, che veste la donna di strappi, borchie, forme squadrate, pelle.
Se Balenciaga la immagina come un bad guy androgino dal ciuffo prepotente e quasi disordinato, con lembi di camicia che escono dai pantaloni, Balmain ne dà una versione chic, resa preziosa da borchie e spille sui baveri delle giacche e femminile dal tacco a spillo. Comme de Garçons la veste di una pelle dalle linee squadrate e abiti stile anni ’80 dalle coppe pre – formate mentre Givenchy la estremizza conferendogli un tocco di gotico, dato da capelli scuri, incarnato chiaro, viso scavato, labbra cremisi, ma ingentilito dalle ruches dei corpetti e dai pantaloni morbidi di tulle e chiffon.
E se Rick Owens la ricopre di moderni pepli dai materiali bizzarri Haider Ackerman la avvolge di balze e nudità, cerniere e tessuti leggeri.
Ma, come nella miglior tradizione che si rispetti, il protagonista indiscusso è lui, il nero.
Balenciaga p/e 2011
Balenciaga p/e 2011
Balmain p/e 2011
Balmain p/e 2011
Comme de Garçons p/e 2011
Comme de Garçons p/e 2011
Givenchy p/e 2011
Givenchy p/e 2011
Haider Ackerman p/e 2011
Haider Ackerman p/e 2011
Rick Owens p/e 2011
Rick Owens p/e 2011