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Punto.

Creato il 29 luglio 2013 da Malvino
Sono costretto a tornare sulla questioncella che Pannella sollevò due anni fa, quando affermò: «Sturzo fa l’esperienza in America e torna antiproporzionalista, uninominalista, presidenzialista e via dicendo». Sorvolando sul «via dicendo», feci presente che si trattava di tre cazzate. Quando Sturzo torna dall’America, infatti, è ancora un fiero sostenitore del sistema proporzionale, del quale vanta addirittura di essere stato il padre nel 1919, e ancora due anni dopo, nel 1948, scrive: «Fortuna o sventura, noi europei continentali siamo così divisi per idealità, per interessi e per metodi da non poter ridurre la lotta politica ai due partiti classici dei paesi anglosassoni». D’altronde, anche dieci anni dopo, nel 1958, quando è ormai fautore del maggioritario, scrive che non è contro il proporzionale in assoluto, ma«al modo come viene attuato in Italia a differenza dagli altri paesi».Quando cambia idea? Può tornarci di aiuto ciò che scrive nel 1954: «Non pochi si meravigliano della mia recente opposizione alla proporzionale».«Recente», detto nel 1954: otto anni dopo il suo ritorno in Italia. Non «torna antiproporzionalista», dunque: lo diventa anni dopo.Così per l’uninominalismo, in favore del quale si dichiara non prima del 1952, in polemica con De Gasperi, con un articolo che viene pubblicato su La Stampa e su L’Eco di Bergamo.Sul suo presidenzialismo, invece, non torna decente neppure soffermarci, perché se n’è blaterato solo ad un convegno organizzato daLiberaltenutosi nel febbraio del 1996 col chiaro intento dicostruire un’immagine di Sturzo buona a farne il padre nobile di Forza Italia, e Gabriele De Rosa stroncò i temerari che avevano osato.
Come si riapre, la questioncella? Con ciò che Pannella ha affermato nel corso della sua consueta conversazione domenicale con Bordin (Radio Radicale, 28.7.2013), datando al 1951 la conversione di Sturzo al sistema elettorale di stampo anglosassone, e dunque smentendo quanto aveva affermato due anni fa, ma senza ammetterlo, e senza che Bordin glielo facesse notare. Tra due anni, chissà, potrebbe addirittura arrivare ad essere preciso: ultimi mesi del 1952, Sturzo si dichiara in favore del maggioritario e delluninominale non prima di sei anni dopo il suo ritorno in Italia. Altro che «Sturzo fa l’esperienza in America e torna antiproporzionalista, uninominalista, presidenzialista e via dicendo». Punto.

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