Purgatory: War of the Damned è un FPS arena di IronSun Studios (Mog, MonstaFish!), che abbiamo provato in anteprima per voi lettori di Z-Giochi. Il gioco è ancora in Early Access e può essere acquistato su Steam a 12,99 €. La mancanza di giocatori sui server ci ha impedito di testare a fondo un prodotto che si incentra quasi esclusivamente sulla componente multiplayer, indi per cui prendete questa anteprima con le pinze, dato che non abbiamo ancora avuto la possibilità di affrontare avversari “reali”.
War of the Damned ci trasporta in un mondo fantasy chiamato purgatorio, dove nei panni di un’anima dannata costretta a combattere per l’eternità, affronteremo orde di avversari con lo scopo di sconfiggerli ed assorbire le loro anime. In puro stile MOBA dal menù principale è possibile accedere direttamente alla personalizzazione del proprio personaggio e ai combattimenti. Ogni giocatore potrà infatti personalizzare la propria controparte specializzandola in una delle quattro scuole di magia: Arcana, Elementale, di Luce ed Oscurità. Una feature interessante è che l’affinità verso ogni scuola aumenterà via via che il giocatore utilizza magie legate ad essa. Oltre all’avanzamento di livello, la sconfitta dei nemici consentirà di collezionare frammenti d’anima che potranno a loro volta essere scambiati con magie, oggetti o abilità sempre più potenti.
Il combattimento di Purgatory è quello standard del genere, e una volta selezionata la modalità (deathmatch, team deathmatch e duel) si verrà catapultati subito in una delle arene. Ne abbiamo provate tre: una ricorda il cortile di un castello medievale, piuttosto piccola e non particolarmente ispirata, una ambientata su delle rovine che galleggiano in un mare di lava (quest’ultima sicuramente più divertente da giocare) ed una terza che ricorda vagamente delle rovine orientali, decisamente più grande delle altre. Il gameplay effettivo di questo titolo è ancora acerbo, e presenta svariati difetti. I punti di spawn sono mal collocati, e le arene che abbiamo provato incentivano un intenso spawn camping, anche grazie alle loro dimensioni ridotte. La mobilità dei giocatori è molto limitata e l’animazione del salto, componente fondamentale in un FPS arena, risulta imprecisa. Oltre a questo anche il semplice utilizzo delle varie magie a disposizione (che potranno essere trovate dentro a dei libri sparsi per le mappe) risulta scomodo: le abilità ad area sono fastidiose da collocare nel giusto spot ed è molto difficile colpire un avversario in movimento. Gli effetti delle magie a volte sono indistinguibili tra loro ed in linea di massima l’opzione più conveniente rimane quella di spammare l’attacco base a lungo raggio fino a quando non si è abbastanza vicini da one-shottare l’avversario di turno con un colpo della propria falce. Ricordiamo la possibilità di giocare sia in prima che in terza persona.
Tra gli altri problemi abbiamo riscontrato un framerate piuttosto basso, ma questo potrebbe essere facilmente risolto, o comunque essere dovuto a fattori non direttamente collegati al titolo. La componente grafica di War of the Damned non è particolarmente degna di nota e risulta un po’ datata. Gli effetti particellari delle magie non sono per nulla spettacolari, così come le animazioni. L’interfaccia di gioco è scarna: una sfera rossa rappresenta la vita, una verde il mana, e tra loro è collocata una pratica skillbar dalla quale potremo selezionare le magie che intendiamo utilizzare. Purgatory è a tutti gli effetti un titolo ancora in via di sviluppo, e ci auguriamo quindi che IronSun Studios possa migliorarlo in modo da farlo emergere nel panorama degli sparatutto già saturo di titoli mediocri. Ci piacerebbe vedere in un FPS a tema magico qualcosa di più spettacolare che un paio di palle di fuoco e diramazioni di fulmini, ma soprattutto ci piacerebbe vedere qualche novità sostanziale nel gameplay, che pur venendo addobbato a tema, resta sotto sotto quello di un’arena, ibrido e ancora da rifinire.