Putin, duro colpo ai blogger russi

Da Retrò Online Magazine @retr_online

  Scritto da Gabriele Ciuffreda   

Da oggi, 23 aprile 2014, tutti i blogger che riceveranno più di 3 mila visite al giorno dovranno categoricamente registrarsi presso l’agenzia per i diritti dei consumatori Rospotrebnadzor. Siamo in Russia, e Putin assesta un altro pesante gancio alla libertà di espressione e d’informazione.
La Duma, camera bassa ed elettiva dl parlamento, ha infatti approvato un controverso decreto legge che rafforza i controlli sulla rete, ultima valvola  sfogo per il dissenso.

A riportare la notizia la nuova agenzia stampa Russia Today, alle cronache qualche mese fa per aver sostituito la storica e “scomoda” Ria Novoski .Il direttore, fedele putiniano è Dimitri Kiseliov, per intendersi il giornalista de: “Il cuore degli omossessuali, invece di essere trapiantato, dovrebbe essere bruciato”.

Il provvedimento è stato approvato in via definitiva ieri, e introduce novità sulla legislazione internauta russa: viene per la prima volta menzionato e ufficializzato il termine “blogger” e obbliga gli autori a firmare i post con i propri nomi autentici.
Ai blogger sarà vietato pubblicare scritti con contenuti estremisti o terroristici. Bandita inoltre la pornografia, l’inneggio alla violenza e l’uso di un linguaggio volgare. Sarà obbligatorio la verifica delle informazioni postate, cancellando falsi rapporti. Proibite le pubblicazioni di dati personali.
Sarà importante capire secondo il diritto russo, quali argomenti verranno assorbiti  dagli ampi termini “estremisti”, “terroristici” e “violenza”.
Per i blogger che violeranno le regole imposte dalla legge multe da 10 mila a 30 mila rubli (600 euro) per offese ai privati. Nel caso di lesioni a personaggi  pubblici o a persone giuridiche la cifra sale fino a 30 mila rubli (6 mila euro).In presenza di recidività le sanzione saliranno rispettivamente a 50 mila e 500 mila rubli, con possibile sospensione del blog fino a 30 giorni.

La nuova misura rientrerebbe nel pacchetto del decreto anti-terrorismo avviato dopo gli attentati suicidi di Volgograd dello scorso dicembre dove persero la vita 34 persone.

Sul sito internet dell’agenzia stampa Russia today si legge che il blogger, può essere obbligato ad altre restrizione, ad esempio attuare il “silenzio” nei giorni prima delle elezioni.

Il disegno di legge, che si pone appunto come il primo del settore, chiarisce anche i diritti e le regolamentazioni per quanto concerne la pubblicità e i possibili introiti dai post pubblicati nella rete.
L’obiettivo delle autorità russe appare nitido e chiaro: rendere, legislativamente parlando, l’attività del “blogger” al pari di altri mezzi di comunicazione di massa, assimilandone anche le operazioni di censura (e di autocensura).
E su questo si basano, e si baseranno a lungo le innumerevoli polemiche. Chi pensa che regolamentare la “professione” di blogger al pari di stampa e televisione sia giusto e scontato da una parte, coloro invece che considerano tale attività non equiparabile ai media tradizionali dall’altra. Autorità e opinione pubblica filo-governativa Vs attivisti per i diritti del cittadino su internet e dissidenti.

Il Cremlino pare aver ufficialmente premuto sull’acceleratore della censura della sempre più “selvaggia” rete.
Un mese fa l’accesso a tre importanti siti internet e al blog del russo Alexeï Navalny sono stati bloccati sotto ordine del Roskomnadzororgano di controllo dei media. Sotto accusa la loro posizione critica nei confronti di Mosca e delle attività di Putin.
Il blog è stato inserito in una lista nera e Navalny, “ospitato” in una residenza sorvegliata, non ha il diritto di utilizzare Internet, spiegava in un comunicato stampa Roskomnadzor,il quale incolpava tali siti “alla diffusione di appelli a prendere parte ad azioni di massa non autorizzate”.


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