Putin III – il ritorno: tra politiche sociali, riarmo e proteste

Creato il 07 maggio 2012 da Alessandroronga @alexronga

Vladimir Putin è stato ufficialmente “incoronato” Zar per la terza volta: la tradizionale cerimonia d’insediamento si è svolta oggi al Cremlino, alla presenza di circa duemila invitati, tra cui il Patriarca di Mosca Cirillo I, l’ex premier italiano Silvio Berlusconi, amico di vecchia data del neo-presidente, e l’ex Cancelliere tedesco Gehrard Schroeder, oggi super-consulente della Federazione Russa nei suoi rapporti energetici con l’Ue. Il vincitore delle elezioni del 4 marzo scorso ha prestato giuramento su una copia della Costituzione, dopo di che il presidente uscente Dmitrij Medvedev gli ha consegnato lo scettro del potere, ovvero la čёrnij čimadančik, la valigetta con i codici nucleari che segue il presidente in ogni suo spostamento. E mentre dentro le mura del Cremlino si brindava al nuovo presidente, fuori le strade della capitale russa diventavano teatro di scontri tra i manifestanti legati all’opposizione e la polizia in assetto antisommossa. Alla fine della giornata si contano 120 arresti che vanno ad aggiungersi ai 400 fermati ieri durante un corteo di protesta, ribattezzato “la marcia dei milioni” (anche se in realtà i partecipanti erano poche decine i migliaia), contro il nuovo presidente, accusato di favorire la corruzione nel paese e la violazione dei diritti umani. Tra le contestazioni, anche il costo della cerimonia inaugurale che ammonterebbe a 26 milioni di rubli (circa 800mila euro), ritenuto decisamente troppo elevato visti gli standard di vita medi dei russi, il cui miglioramento è stato oggetto di numerose promesse nella campagna elettorale del candidato Putin.

E appena terminata la cerimonia, Putin ha subito dato direttive perchè il prossimo governo (domani alla Duma è prevista la presentazione della candidatura di Medvedev a Primo Ministro) adotti misure sociali, a cominciare dalla riduzione dei tassi sui mutui al 2,2% e all’innalzamento dei salari reali di 1,5 punti percentuali entro la fine del suo mandato, nel maggio 2018. Il neo-presidente ha anche chiesto al governo di varare una politica abitativa, che preveda la costruzione di nuove unità abitative per quelle fasce di popolazione che vivono in strutture fatiscenti, e una a favore della scuola, attraverso borse di studio più ricche per studenti meno abbienti: insomma, Putin ha richiesto tutta una serie di politiche sociali che sembrano essere state copiate dai programmi elettorali dei partiti di sinistra, e in particolare di quello comunista, capace di togliere al partito del premier un elevato numero di voti proprio nell’elettorato in situazione economica di disagio.

Ma anche la politica estera è stata al centro delle prime mosse del nuovo inquilino del Cremlino, che ha ordinato al governo di assicurare lo sviluppo della Marina russa, ed in particolare della flotta dell’Estremo Oriente e di quella dell’Artico, che per Mosca ha tutte le sembianze di un nuovo Eldorado. Putin ha espresso preoccupazione per lo sviluppo dello scudo di difesa americano, ma ha anche chiesto che le relazioni economiche con gli Usa vengano migliorate, così come quelle con le altre nazioni della Comunità degli Stati Indipendenti.

Intanto, l’ormai ex presidente Dmitrij Medvedev, da oggi premier designato, ha voluto ringraziare tutti coloro che l’hanno sostenuto in questi quattro anni a capo della Russia, e, da buon appassionato di internet,  lo ha fatto a attraverso un post sulla sua pagina Facebook.


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