Non si sono ancora spente in Russia le polemiche per l’orologio milionario immortalato al braccio del Patriarca ortodosso Cirillo da una foto galeotta (che la curia moscovita ha poi cercato di occultare con un penoso e malriuscito fotomontaggio), che sulla stessa buca ci è inciampato perfino Vladimir Putin: lo schieramento d’opposizione Solidarnost‘, uno dei protagonisti delle manifestazioni che hanno invaso le piazze russe ad inizio anno, ha diffuso una stima, con tanto di foto, secondo la quale Putin avrebbe speso una cifra sei volte superiore il suo reddito annuo per assecondare la sua passione per gli orologi extralusso. Il presidente russo ha dichiarato nel 2011 un reddito di 3,6 milioni di rubli (90mila euro circa) ma, secondo Solidarnost’, possiederebbe una preziosa collezione di cronografi dal valore di 22 milioni di rubli (540mila euro): la prova è data da una sequenza filmata, pubblicata su YouTube, in cui sono montate tutte le immagini in cui Putin appare con al braccio un costoso orologio di marca.
“Putin non avrà mangiato e bevuto per sei anni pur di racimolare i soldi per compleatre la sua collezione”, ha commentato sarcastico l’ex vicepremier Boris Nemtsov, uno dei membri di Solidarnost’, che in questo modo ha voluto sottolineare come solo un politico corrotto possa permettersi un lusso come quello ostentato dal presidente russo.
I beni occidentali di lusso, del resto, rappresentano una debolezza per i politici russi fin dai tempi della cortina di ferro. Leonid Brezhnev era patito per le auto sportive (ne aveva una ricca collezione), mentre si racconta che il futuro Ministro degli Esteri di Gorbaciov, Eduard Shevarnadze, quando negli anni Settanta era ancora un funzionario del Partito in Georgia, rimproverò i suoi colleghi che lo salutavano con il pugno alzato: avevano tutti al braccio orologi delle più costose marche allora in voga.