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Anche recentemente avevate visto il video di Bla bla. Oggi venerdì 24 dicembre è in edicola la quarta uscita di "Repubblica", Puzzle (1984), il disco che ha consacrato la Nannini in Europa ed è rimasto per sei mesi nei primi dieci posti della hit-parade italiana.
Puzzle contiene il brano forse più nazionalpopolare di Gianna, Fotoromanza, che comunque si aggiudicò il Telegatto per il miglior testo, vinse Vota la voce e Festivalbar.
Eppure, nel suo complesso, questo album, Puzzle, title-track a parte, ha più di un motivo per essere ricordato ed ascoltato, sia a livello musicale che a livello testuale.
Musicalmente la Nannini, insieme ai suoi collaboratori di allora, applica alla sua matrice rock inconfondibile l'elettronica, una scelta di moda tra i cantautori dei tempi: se non usavi almeno sintetizzatori o batterie elettroniche era difficile stare a galla, nel clima e nel culto esterofilo della new-wave anni '80. La ricerca svolta per questo disco è affascinante e ne viene risaltato l'uso assolutamente creativo di synth, vocoder, filtri. Certamente la strumentazione perde volutamente una sonorità rock graffiante e genuina quale poteva essere quella di G.N (un capolavoro assoluto rock di Gianna, mai più ripetuto), forse per questa ragione la Nannini ha conquistato nuovi fan, perdendone altri, quelli ancora legati a un filone meno commerciale.
Ora le basi ritmiche sperimentano anche il funky, la dance (come nel brano Ballami), ma è soprattutto a livello testuale che questo disco è molto particolare ed ha tutta una storia dietro, che forse pochi conoscono. Chi ha letto l'autobiografia Io sa forse a cosa mi riferisco: in pratica Puzzle è nato in un momento delicato della Nannini, un periodo nel quale, come lei stessa racconta di sua mano, aveva sperimentato alcune droghe. Un'esperienza devastante, che l'ha portata ad ammalarsi seriamente, arrivando addirittura a soffrire di "sdoppiamenti" e allucinazioni. La cantautrice senese, per fortuna, è riuscita a uscire da questo impasse, non perdendo mai la voglia di cantare ed esibirsi, anzi, è curioso notare come questo momento spiacevole della sua vita sia anche quello più bello, dal punto di vista della sua carriera, che ormai era all'apice. Per cui, forse approfittando inconsapevolmente o meno di questo "trip" cerebrale, Gianna con l'aiuto di Raffaella Riva, ha scritto dei testi incomprensibili ma assolutamente affascinanti, con delle immagini e delle situazioni che solo una mente "disturbata" poteva architettare. Nella sola Fotoromanza ci sono diverse citazioni che alludono alla malattia: ma più mi avvicino e più non so chi sei...anche tu?; ho perduto il sonno e la fantasia. Anche il ritornello è tutto giocato su immagini allucinatorie (l'amore come camera a gas, il palazzo che brucia in città). Più esplicita la canzone Urlo (Ecco un'altra notte che mi vuole portar via/cerco aiuto in un bar aperto ma sono a casa mia.....Mi rigiro sul cuscino/brucio nel mio letto alla luce di un cerino/ sento una voce che parla piano piano), con quel ritornello ossessivo Io ti piacerò lo sai? Io ti piacerò lo sai?
La canzone più vicina al delirio e al non-sense, quasi alla Vasco è, senza dubbio, Kolossal, un rock ossessivo anche questo, testo ripetitivo quasi alla nausea: Regalami un amore! Regalati un amore! Regalami un amore! Regalati un amore!
Un testo chiuso, autoreferenziale, un elenco di sensazioni, solamente istantanee, quasi ispirate a un cinema dadaista: voci nel fumo, colpi di sax, la nebbia sui fili del tram, insieme al messaggio costante e imperterrito, continuamente ribadito di "non avere un'anima da negro" e di "non vederci un cielo in questo bar".
Ma non mancano nemmeno canzoni più "normali", storie di coppia, come Se vai via o uno spunto di critica sociale in Siamo ricchi, sugli usi e costumi del rapace e rampante stile di vita edonista degli anni '80.
Se non conoscete questo album vale la pena di conoscerlo. Insomma, per Gianna Nannini sta tornando un periodo di grande notorietà e di serenità, dopo la nascita recente di sua figlia e dopo la pubblicazione del suo ultimo album del 2009, Dream, un lavoro che vuole ripercorrere a stento il lato un po' "maledetto" dell'artista , meno acustica, più immediatezza e chitarre (come ai vecchi tempi, insomma) e che vanta della collaborazione artistica di Isabella Santacroce e di Fabri Fibra, due storici "maledetti" (la prima uscita, peccato averlo perso).
Di seguito l'esibizione di Fotoromanza e Siamo ricchi. Purtroppo non esistono molti brani di Puzzle pubblicati su Youtube.
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