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Quade e la difesa Reds in cima al SuperRugby

Creato il 03 luglio 2011 da Rightrugby
Quade e la difesa Reds in cima al SuperRugby

Super Rugby Semi Finals  - Brisbane, 2 July 2011

Reds 30 - 13  Blues

(Qui le formazioni). Coach Ewen McKenzie è stato esplicito in conferenza stampa post partita: "Non starò qui a prendermi nessun merito personale, questa vittoria è solo di Quade. Sto ancora cercando di capire come abbia creato la meta di   Tapuai".
Notare che Quade Cooper in questa partita abbia oltretutto offerto una prestazione non certo positiva ai piazzati: quattro su sette finale, con un zero su tre iniziale da brivido, raddrizzato con gli interessi da un drop finale e da una prestazione complessiva esaltata ancora di più da questi errori: non aveva bisogno di esser preciso per risultare nettamente il Man of The Match e per consacrarsi fuoriclasse, lui che si rivelò in quel di Padova un paio d'anni fa, quando salvò dalla panchina una Australia distratta dalla prima sconfitta con l'Italia.
Quade oggi è stato l'ispiratore, il fantasista, l'assist man, benedetto dalla fortuna di giocare dalla parte giusta (con Will Genia: che coppia di mediani!) la partita perfetta per le sue caratteristiche. Va sottolineato immediatamente però che l'architrave di questa vittoria e il supporto a questa prestazione dell'apertura l'ha fornito la difesa impeccabile dei Reds, contro la quale s'è regolarmente infranto - tranne una sola volta - l'attacco dei Blues, per 40-50 minuti buoni, tanto gli ospiti  han dominato sia possesso che territorio senza riuscire mai a cambiare l'inerzia della partita. E non abbiamo detto nulla su tal Rod Davies, aletta 21enne che ti segna tre mete in semifinale di SuperRugby come se passasse di lì per caso.
Sono due squadre portate ad attaccarsi e lo fanno fin dall'inizio. I primi a distendersi sono i Blues, che sfruttano la prima rimessa (storta) dei Reds e la conseguente mischia ordinata per allargarsi a sinistra da Luke McAlister a Lachie Munro, intrappolato, poi il nr.8 Radike Samo  - un 34enne passato anche dallo Stade francais qualche anno fa - annulla in area di meta. Sugli sviluppi della rimessa dai 22 metri dei Rossi, la necessità di improvvisare non spaventa i padroni di casa: iniziativa in dribbling di Will Genia, apre sulla sinistra al suo estremo 21enne Jonathon Lance, che trova il sostegno di Digby Ioane rientrato per l'occasione, a sua volta sostenuto all'interno da Genia. Grubber al piede di quest'ultimo e difesa in extremis a buttar fuori la palla sull'accorrente Lance: 60 metri di guadagno territoriale in meno di 10 secondi.
L'azione successiva sull'altro lato è sempre rossa: si fa vedere per la prima volta Davies che scarica alla perfezione all'interno su Lance, la difesa scrambling dei Blues lo ferma a meno di un metro dalla meta e in modo falloso. E Cooper fallisce il primo piazzato, siamo solo all'ottavo minuto.
 I Blues rispondono all'offensiva prima con calci tattici, poi quando tutti s'aspettano la pedata seriale Stephen Brett invece parte, dialoga con McAlister ed entra nell'area dei 22 metri dei Reds. I Kiwis attaccano usando tutta la larghezza del campo, di distingue Joe Rokocoko con un paio di raddrizzate ma accumulano fasi senza guadagnar territorio, perchè la difesa dei Reds è attentissima.
Al punto attenta che all'undicesimo, alla prima apertura al largo solo lievemente "telefonata" di Benson Stanley verso Munro, scatta la trappola - intercetto di Davies, un classico delle difese (vedi meta di Kieran Read agli Sharks la settimana prima): corsa di ottanta metri in solitaria e meta del 7-0 in mezzo ai pali.
I Blues si rimettono a macinar fasi in un modo sistematico, quasi "inglese"; arrivano a un metro dalla linea di meta ma una ostruzione di Mealamu rovina tutto il lavoro. Siamo al 18' d è il primo sprazzo di puro genio di Cooper: avanza sul lato sinistro recuperando un calcio di Brett, Ioane è dietro di lui,  all'ultimo istante "sa" che proseguirà sul lato cieco non su quello aperto e lo serve. Solo una grande difesa salva la meta.
Questa azione a parte, son sempre i Blues a far quantità di possesso, utilizzando diligentemente le fasi statiche ma con poco pericolo: la difesa dei Reds continua ad essere attenta e non fallosa. Attorno al 25 Samo toccato duro deve uscire e Quade fallisce il suo secondo piazzato. Sempre i Blues a menar diligentemente le danze e i solisti Reds pronti a scattare come cobra.
E arriva al 28' il momento Melandri (o Perozzi non ricordo):“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione.” In questo caso è tutto così perfetto da esser persino minimalista. Brett calcia per liberare come poco prima, come prima Quade Cooper prende palla, sulla linea laterale poco fuori dei suoi 22metri e parte. Scherza Munro sedendolo sulla linea dei dieci metri, accelera dritto sfuggendo anche a Stanley, finge il passaggio riaprendosi la strada, prosegue lungo la medesima linea senza deviare di un grado e mentre Mathewson gli sale a mo' di zainetto sulle spalle, fa in tempo a spiazzare anche McAlister con una finta, prima di passare al suo centro Ben Tapuai accorso a sostegno centrale, il quale deve solo portare l'ovale in meta. Meraviglioso. In compenso Cooper fallisce la trasformazione, è 12-0 alla mezz'ora. Coi Blues ad aver detenuto oltre il 60% del possesso ed esser rimasti per oltre il 60% del tempo nella metà campo avversaria.
Altri 7 minuti di attacco Blues, con le fasi e le squeeze balls che si accumulano, fino a quando i Reds recueprano palla con Tapuai a 5 metri dalla meta; passa a Quade Cooper che dev'essere in trance, oggi è L'Illuminato, vola: da solo guadagna tutto il campo facendo impazzire la difesa e guadagnando un calcio di punizione che finalmente centra, per il 15-0.
Sulla sirena, appena Renè Ranger rileva Munro, i Blues trovano alfine un varco: sfruttando il controlla della mischia ordinata e un errore di piazzamento dell'estremo, il sostituto di Boric Chris Lowrey buca la linea difensiva e porta l'ovale in meta per il 15-7 di fine primo tempo.
Alla ripresa è il solito tran tran, con i Reds a commettere uno dei loro pochi falli appena dentro la propria metà campo e McAlister ad approfittarne per accorciare sul 15-10. Partità aperta? Manco per idea: nel giro di 3 minuti, alla prima rimessa laterale vinta "solidamente" dai Reds, Genia apre subito a Cooper che lancia alla perfezione Davies, sopraggiungente come un TAV dietro a un paio di decoy runner; Payne schierato estremo non lo prende, l'ala infila Rokocoko e Stanley e va in meta: 20-10.
AL 51' i Blues accorciano con un piazzato di McAlister mentre Mathewson deve lasciare il posto a Smylie.
AL 57' la meta del ko: Payne prova a uscire dai suoi 22 metri con un grubber per lanciare Rokocoko. Ma lo prende Ioane, inabbattibile con quelle gambe. Si fa strada fino alla linea di meta, poi i Reds organizzano quattro o cinque fasi di pick and go tutte respinte, fino a quando la palla esce, arriva a Cooper che la fa viaggiare lunga verso l'ala destra, con Fainga'a Anthony, il centro fratello di Saia il tallonatore, ad offloadare per la terza meta di Davies.
Sul 27-13 siamo solo a tre quarti della partita ma il resto è garbage time. I Blues onorano l'impegno spingendo e provandoci fino alla fine, ma le espressioni facciali e il linguaggio del corpo esprimono altro, la voglia di riattraversare il Mar di Tasman, per molti di loro sarà partenza per Vecchi Mondi durante o dopo i Mondiali.
Ciliegina finale sulla torta per il festeggiato numero uno, il drop piazzato da Cooper al 75'.
Sono i Reds a guadagnare meritatamente la prima finale della loro storia. E se la giocheranno in casa. Un grande anno non c'è che dire per il rugby Aussie, vedremo come si comporterà nel Tri-Nations; te pareva, proprio quando gli Azzurri se li ritroveremo nel girone mondiale. 

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