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Quagliarella sì, Camoranesi no: perché?

Creato il 12 aprile 2010 da Antonoce

Premesso che la sconfitta subita dal Napoli sabato contro il Parma è dovuta principalmente alla condotta errata della squadra e del tecnico, incapaci di gestire il vantaggio, e su questo non cambiamo idea, è cosa certa che la classe arbitrale, e la giustizia sportiva in senso lato, non mancano di far sentire la loro pesante mano sul Napoli.
Oltre ai vari episodi capitati in partita, sui quali si potrebbe discutere all’infinito, e magari si finirebbe anche per avere ragione, l’ultima sorpresa, in negativo, è arrivata dal giudice sportivo, che ha fatto del suo meglio scagliando tutta la sua ira funesta su Fabio Quagliarella.
L’attaccante del Napoli ha ricevuto tre giornate di squalifica per aver rivolto ingiurie nei confronti dell’arbitro Romeo prima e dopo l’espulsione. Squalifica meritata, ma in altre occasioni, per la stessa cosa, si sono sempre date due giornatedi squalifica.
Nella stessa domenica, caratterizzata da altre decisioni impari, ma sui calci di rigore, il calciatore della Juve, Mauro German Camoranesi, rifilava una gomitata micidiale all’avversario Daniele Conti. Tutti i dotati di buon senso invocavano la prova televisiva, ma la prova televisiva non c’era. Camoranesi la passa liscia, forse perché aveva dato quella gomitata per legittima difesa, come aveva affermato anche il suo tecnico Zaccheroni. Mah…
Chissà, forse è più grave una parolaccia che una gomitata, può ferire di più, come dicono i bigotti, ed è per questo che la bestemmia ora può essere oggetto di prova televisiva. La gomitata no, perché di fronte ad essa bisogna porgere l’altra guancia…
Menomale che Mazzarri se l’è cavata solo con una diffida, altrimenti la frittata sarebbe stata grande e piena. Ora ci sarà il ricorso azzurro per cercare di avere Fabio un po’ prima del tempo, e speriamo che questa volta la giustizia sportiva si riveli veramente tale, e non si faccia coinvolgere dall’atmosfera di giustizia sommaria e soggettiva che avvolge la giustizia ordinaria. Che il giudice sportivo metta da parte il legittimo impedimento che gli impedisce di essere imparziale.


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