29 OTTOBRE- Signori, la seria A è questa, prendere o lasciare. Chi sbaglia paga e quindi se si commettono errori in serie come quelli commessi sabato sera dalla squadra scaligera – specialmente se l’avversario si chiama Inter – la sconfitta diventa pressoché inevitabile. L’approccio mentale alla gara da parte dei gialloblù non è stato certo il massimo della concentrazione visto che dopo nemmeno un quarto d’ora di gioco la squadra di Mandorlini si trovava già sotto di due reti, giunte per di più su palle inattive. Emblematica in questo caso è stata la prima segnatura nerazzurra di Jonathan, lasciato colpevolmente libero in area di rigore su un’azione di calcio d’angolo, dopo appena nove minuti di gioco. Nonostante il doppio svantaggio il Verona è riuscito però a riaprire la gara con Martinho – abile a sfruttare un “dai e vai” con Toni – e per una ventina di minuti abbiamo visto decisamente un buon Hellas. Le speranze di riequilibrare le sorti dell’incontro sono state purtroppo rese vane da altre due indecisioni della retroguardia gialloblù, che a cavallo dei due tempi hanno consentito ai nerazzurri di portarsi sul punteggio di quattro a uno a proprio favore. A nulla è poi valsa la seconda rete di Romulo, anche perché ci si è messo di mezzo pure l’arbitro Celi che ha annullato la rete del potenziale tre a quattro di Toni – apparsa ai più assolutamente regolare – che avrebbe forse riacceso negli ultimi dieci minuti le oramai residue speranze di rimonta dei gialloblù. E’ stata quindi una di quelle serate storte che possono capitare e che magari poteva anche essere messa in preventivo ma che sicuramente, se affrontata con maggior concentrazione – specialmente all’inizio – avrebbe potuto avere un esito diverso. Si dice che gli errori servono per migliorare e sotto questo aspetto non v’è dubbio che Mandorlini e i suoi giocatori sapranno farne tesoro, tuttavia devo ammettere che in alcuni frangenti – in particolare in occasione delle quattro segnature – la retroguardia gialloblù è apparsa tutt’altro che concentrata.
E forte è il rammarico perché sia durante la fase centrale dell’incontro che nell’ultimo quarto d’ora il Verona ha offerto sprazzi di bel gioco dimostrando ancora una volta – qualora ce ne fosse bisogno – che Maietta & compagni sono in grado di giocarsi la partita con qualsiasi avversario. La gara di San Siro ci costringe comunque a porre l’accento su una fase difensiva ancora troppo “allegra”. Sedici reti subite – in questo siamo secondi solamente a Bologna, Parma e Sassuolo – rappresentano un dato sul quale riflettere. A dirla tutta forse aver schierato fin dall’inizio due centrali entrambi al rientro da un infortunio muscolare – per Maietta addirittura dopo una ricaduta – può anche sembrare un azzardo ma comunque l’aspetto è troppo importante per non tenerne conto. I migliori risultati si costruiscono sempre “partendo dalla difesa”, ecco quindi perché sottovalutarlo potrebbe rivelarsi un pericoloso errore.
Nonostante tutto sono però fiducioso perché la fase difensiva è sempre stata uno dei capisaldi del progetto tattico mandorliniano e sono altrettanto certo che questo sarà uno dei temi principali che il tecnico gialloblù assieme al suo fido secondo Bordin – è lui che in allenamento cura proprio la fase di difesa – cercheranno fin dai prossimi allenamenti di migliorare.
Ci aspettano ora due impegni casalinghi ravvicinati con Sampdoria e Cagliari – avversari magari più alla portata dell’Hellas – dove sarà importante mettere altri punti in cascina e dove probabilmente Mandorlini adotterà anche un po’ di “ragionato” turn over. Fortunatamente la rosa a disposizione è ampia e decisamente competitiva e quindi l’allenatore gialloblù non avrà altro che l’imbarazzo della scelta. Dopo “scoppole” come quella di San Siro l’occasione di potersi immediatamente rifare rappresenta da sempre uno stimolo in più. Parola al campo quindi…
Enrico Brigi
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