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Solitamente non parlo del posto in cui vivo né dei luoghi che mi circondano, potrei avanzare (ed inventare) tesi freudiane per spiegarne i motivi, della serie: "forse inconsciamente non voglio condividere con gli altri una parte della mia vita, bla bla bla..."
Ma la verità è che si tratta di semplice riservatezza.
Qualche giorno fa però, davanti ad un paesaggio meraviglioso ho deciso che non avrei potuto non scrivere questo post. Dovevo farlo.
Guardavo il mare, limpido, di uno splendido colore tra il turchese e l' azzurro, nel cielo non c' era la minima traccia di una nuvola, un vento leggero e fresco alleviava la calura del sole battente.
Non avevo la fotocamera con me, ho preso il mio cellulare ed ho scattato qualche foto.
Guardandole, cercando di evitare il riverbero della luce sullo schermo, ho detto ad alta voce: "una cartolina, sembra una cartolina!"
Non sono mai stata indifferente alle bellezze dei luoghi che fortunatamente mi circondano, ma è stato come se vedere in foto lo spettacolo che avevo davanti lo avesse reso paradossalmente più concreto.
Mi sono messa a leggere seduta su alcuni stretti scalini che si interrompevano una volta raggiunta la sabbia, incastrati tra la roccia e una piccola terrazzina, il vento increspava leggermente l'acqua, piccole onde si infrangevano sugli scogli e distraevano la mia lettura ma allo stesso tempo mi impedivano di sentire il chiacchiericcio e il brusio delle persone non troppo distanti da me.
Tra una pagina e l' altra guardavo i trabocchi, imperturbabili, lì da almeno centocinquant' anni o giù di lì.
Ho passato così forse un' ora non so di preciso, quello di guardare l' orologio era di certo l' ultimo dei miei pensieri.
Eh sì, quell' immagine piccola e sgranata sembra davvero una cartolina.
Ma forse perché lo è davvero.
Mi scuso per la scadente qualità delle immagini ma il mio cellulare non permetteva di fare meglio.
Costa dei TrabocchiFossacesia, località il Cavalluccio.