Accurata e ben articolata è l’inchiesta sul self-publishing che il quotidiano online Affaritaliani.it sta portando avanti in questi giorni, ponendo a personaggi di spicco del settore editoriale quali Nicola Lagioia, Giorgio Vasta, Paolo Sortino, Edoardo Brugnatelli e Marcello Vena, una serie di interessanti domande riguardanti gli sviluppi futuri dell’editoria digitale, un settore che è sempre più al centro dell’attenzione mediatica di tutto il mondo.
In questo inizio 2012 la questione più spinosa sembra essersi spostata dal futuro del libro (cartaceo o digitale) al futuro del mestiere dell’editore che, con l’affermazione su scala sempre più vasta del self-publishing, necessita ora più che mai di nuove idee e progetti brillanti.
Di questi ultimi parla Marcello Vena, responsabile del settore digitale per la Rcs Libri, nell’intervista di Antonio Prudenzano: largo spazio agli eBook, un nuovo design per l’impaginazione e le copertine, la triple play (carta, eBook, App), gli eBook collezionabili. Tutte idee molto innovative che guardano pienamente al futuro.
Meno ottimistico appare il suo punto di vista sulla questione self-publishing, da lui definito un tormentone, un buzz momentaneo che incuriosisce e polarizza l’attenzione dei media e del web, ma che in realtà non è altro che una “rivisitazione in chiave moderna del vecchio vanity press cartaceo”. Un giudizio deciso e duro, che non lascia intravedere per gli autori emergenti spiragli che escludano la presenza fisica di un editore.
Pur non condividendo appieno questa posizione – perché, a dirla tutta, fra il pubblicare a caro prezzo per un editore che non offre visibilità e non si impegna nella promozione di un autore senza un nome alle spalle (vanity press) e il fare tutto da solo ottenendo risultati pressoché identici, c’è una bella differenza – convengo su un punto: il self-publishing, coadiuvato da un editore “realmente interessato all’opera”, potrebbe portare ad esiti più che positivi, sia per il mercato editoriale sia per i lettori stessi.
Gli editori più aperti e lungimiranti si stanno infatti preparando ad accogliere e sfruttare in maniera intelligente l’esplosione del self-publishing in Italia, e lo stanno facendo guardando sì al futuro (è in fase di progettazione per la Mondadori la costruzione di una piattaforma ad hoc per l’auto-pubblicazione dei testi) ma prestando attenzione anche al passato, a quando il loro mestiere consisteva non solo nel pubblicare buoni libri, artigianalmente curati nell’edizione e supportati dalla giusta pubblicità, ma anche nel dare spazio e attenzione alle nuove voci. Gli eBook auto-prodotti potrebbero appunto rappresentare un banco di prova per selezionare ciò che davvero merita il supporto di un bravo editore.