Qualcosa di sinistra

Creato il 27 marzo 2015 da Gadilu

La scena è celebre. Nel film “Aprile” di Nanni Moretti, datato 1998, il regista interpreta se stesso mentre sta guardando un dibattito elettorale. Protagonisti Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema, quest’ultimo ancora lontano dall’esser rottamato ma evidentemente già oggetto di pesanti antipatie anche tra i simpatizzanti del suo stesso partito. “Dai D’Alema reagisci – lo implora Moretti –, rispondi, di’ qualcosa, reagisci, di’ qualcosa, di’ una cosa di sinistra!”. Negli anni seguenti l’implorazione è diventata il tormentone che ha perseguitato altri leader, anch’essi tacciati dai critici di non riuscire più a comunicare, con i fatti o solo anche con le parole, una riconoscibile identità di sinistra. Fino al recente epilogo di Matteo Renzi, per il quale sembra che nella radice stessa della distinzione classica (destra versus sinistra) ormai non passi più linfa, o a tal punto illanguidita da segnare tuttalpiù il confine assai generico tra “innovatori” e “conservatori”.

Eppure la differenza tra i due fronti c’è. Il filosofo Norberto Bobbio, in un fortunato libro del 1994 interamente dedicato al tema, propose di scorgerla lungo il crinale che separa l’eguaglianza dalla diseguaglianza, attribuendo così alla sinistra la prerogativa di estendere progressivamente la sfera dei diritti al fine di rimuovere – secondo il dettato fatto proprio anche dai principi fondamentali della nostra Costituzione – gli ostacoli che, “limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Ostacoli che possono essere anche di tipo giuridico, allorché determinate condizioni sociali, o per meglio dire determinate “relazioni” sociali, vengono escluse dal godimento di fondamentali diritti.

Un caso esemplare, a questo proposito, è quello delle cosiddette “unioni civili” o “coppie di fatto”. In mancanza di una legislazione nazionale specifica, sempre più sindaci stanno decidendo di istituire un apposito registro che fornisca, pur nei limiti delle competenze istituzionali previste, almeno un’indicazione prospettica d’eguaglianza. Tra questi il borgomastro di Bolzano, Luigi Spagnolli, il quale mercoledì ha annunciato di aver firmato il decreto che istituisce l’elenco degli atti di famiglia non riconosciuti dalla normativa vigente italiana. Certo, avrebbe potuto avere più coraggio e optare per la trascrizione all’anagrafe dei “matrimoni gay” all’estero. La sua scelta comunque è un buon segno, un primo passo verso la tutela di qualsiasi tipologia di relazione familiare. E tornando a Nanni Moretti: finalmente qualcosa “di sinistra”.

Corriere dell’Alto Adige, 27 marzo 2015


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