Può l’amore ricomporre un’anima spezzata?
Nella Londra oscura di fine Ottocento, James Willmot s’impadronisce dell’antica torq di famiglia e fugge, innescando un conflitto all’interno del suo potente clan. Sono molte le forze magiche che percepiscono il suo arrivo a New York, e che intendono approfittarne. Attirato e ferito in un duello mortale, James è soccorso da Charlotte, che viene conquistata dai suoi modi da gentiluomo, ma neppure resta insensibile alla sua parte più oscura.
Nipote di un maestro hoodoo, la giovane non possiede alcun potere se non quello di suscitare in James il desiderio, ponendolo così di fronte a un conflitto interiore. E in competizione dentro di lui, da una parte ci sarà Jack, deciso a soddisfare i suoi impulsi, dall’altra Jimmy, con i suoi scrupoli a sedurre un’innocente…
Note: QUALCOSA DI STREGATO è il nuovo, avvincente romanzo di Angela White, già autrice per i Romanzi Classic della serie medievale “le profezie della strega scalza”, che comprende IL CASTELLO DEI SOGNI, DI GHIACCIO E D’ORO, LA ROSA DEL DRAGO e LA LUNA DEI DESIDERI.
Ambientazione: Inghilterra – Stati Uniti (New York) dal 1886 al 1889
Appena letto l'estratto sul blog Mondadori ho pensato: ma cosa ha scritto la mia Angela White? Dove sono le atmosfere incantate della saga della "Strega scalza"? Ossignore e se questo cambio di rotta mi deludesse?
E no, care amiche! La White è sempre la White! Può cambiare storia e genere, ma lo stile è il suo: inconfondibile e mirabile. Con la musica delle parole, ti attira nel romanzo e ti fa sua, sei lì e sogni e immagini e non c'è nient'altro a distrarti.
In "Qualcosa di stregato" non ho ritrovato i colori e la luce della precedente saga, ma l'oscurità di un romanzo gotico. Affascinante e misterioso, a volte lugubre, ma resta comunque un Romance e l'amore la fa da padrone. La White, ha addirittura ripreso il mito del dottor Jekyll e Mr Hyde di Robert Louis Stevenson, il colpo di genio è stato non scopiazzarlo e facilitarsi il compito, ma trarre ispirazione da esso e creare un originale e ottimo lavoro.
Chi o cos'è James Willmot? Soffre di bipolarismo o doppia personalità? No, siamo in un Mystère e quindi Jimmy/Jack ha due anime in un cuore. Stregone in una famiglia antica: "Perché James era un Willmot, e quello dei Willmot era un potere antico, che nasceva nell'ombra e si muoveva tra le ombre, sebbene capace di tirare i fili di tutto ciò che si agitava sotto il sole. I Wilmott erano un enigma, e James era come una soglia socchiusa, oltre la quale non si riusciva a distinguere la luce dalle tenebre." È il punto di vista di Stevenson (sì troviamo anche lui nella storia) che ce lo dice. Ma esiste un solo James. Lo sa bene Charlotte, che non è strega, né veggente o fata, ma ha la magia di un animo innocente e puro. È bellissima Charlotte, figlia di tante razze, la rispetta Jimmy e la brama Jack, ma James se ne innamora.
In una New York cupa, dove si è rifugiato James (o forse dove ha scelto di imbastire le sue trame) incontriamo, uno per volta, i personaggi di questo racconto, ognuno importante e affascinante a modo suo, perché l'autrice li rende così. Umani e disumani, il bene e il male in ognuno di loro. Chi è il buono e chi il cattivo? Chi tutti e due? Magia, vodoo anzi hodoo, lupi mannari e vampiri, in un mondo parallelo che potrebbe essere il nostro nella sua normalità, mostratoci con parole che compongono una musica e dipingono un quadro. L'ho scritto in altre recensioni? Sì e lo ribadisco. La White non descrive, ma compone e dipinge: "Allargò le braccia, girando su di sè completamente a proprio agio sul ghiaccio che glassava gli scalini di pietra." Anche in questa frase, piccolo esempio di un'intera melodia, troviamo la poesia delle parole che evocano immagini. Ci è stata forse descritta una scala coperta di ghiaccio e neve bianca? No, ma noi lo abbiamo immaginato.
Non so cos’altro dire. Sembra strano, il libro è, a mio parere, bellissimo. Mi ha conquistato eppure non riesco a dire altro? E’ così. Un romanzo che mi ha suscitato emozioni, che mi ha soddisfatto e che consiglio fortemente. Non lo faccio spesso, ma con Angela White sempre. Adoro il suo stile e le sue storie.
Chissà se incontreremo ancora Lucas e Mary e il loro amore tormentato? Vincent e Morgan? Se i gemelli Lachlan e Shane avranno una loro storia d'amore? Beh, con Lachlan dovrebbe scrivere un M/M, o no? Chissà se Angela White ci farà sognare ancora?
Le ho rivolto le domande e lei, da educata fanciulla quale è, ha risposto:
“Qualcosa di stregato” è a tutti gli effetti un historical urban fantasy, nato da una tentazione irresistibile: mettermi alla prova con il genere paranormal. A ispirarmi sono state le leggende e le creature fantastiche che appartengono al nostro immaginario collettivo, quello formato dai grandi romanzi gotici e dalle favole. Non potrei mai rinunciare alle favole ;-)
Desideravo scrivere un paranormale... e "Qualcosa di stregato" è quanto ne è venuto fuori, dalla mia passione per il tema del doppio e delle maschere, dal fascino che l'Ottocento gotico (di Bram Stoker, Stevenson e Oscar Wilde) ha sempre esercitato su di me, mescolato ai riti misterici di Haiti e all'insegnamento delle vecchie favole (quelle dei fratelli Grimm per intenderci): il potere delle parole, il segreto nascosto in un nome e che ogni dono, ogni magia, chiede sempre il suo prezzo.
E’ sempre un’emozione incredibile scoprire che le lettrici hanno il desiderio di leggere le storie anche degli altri personaggi comparsi in un mio romanzo. Mentre scrivevo “Qualcosa di stregato” avevo in mente cosa sarebbe loro accaduto dopo l’epilogo di James e Charlotte, ma è davvero fantastico il pensiero che anche chi legge, una volta chiuso il romanzo, possa domandarsi “E adesso che ne sarà di Mary, di Vincent e di Alice? Cosa potrebbe succedere?”.
Sì, Lachalan Willmot è omosessuale (per quanto possa esserlo “dichiaratamente” in una vicenda ambientata in epoca vittoriana). Lake è semplicemente nato così, come già altri personaggi comparsi in altri miei libri (ad esempio Madre Edith ne “La rosa del drago”). Potrebbe innamorarsi? Di… qualcun altro? Mmm… chissà! Certamente non è un monaco: nessun Willmot lo è. ;-)"
Lullibi