Io abito al terzo piano di un alto palazzo. La mattina apro le finestre che danno ad est. Musica, trombe e sax si intrufolano tra i vetri aperti e volano via. Si trascinano dietro brandelli di racconti e le parole di troppo che mi sono avanzate mentre scrivevo storie. Tutti insieme, note e parole, confusi in una nuvola leggera salgono verso il sole e si sciolgono piano tra i tetti.
Al primo piano abita Laura, vive in un una casa con le porte rosse, un divano verde ed un grosso gatto che dorme sempre sul divano. Laura ha un sorriso dolce e triste, ricordi spezzati e parecchi nipotini che vanno e vengono, a turno, e ridono e saltano da tutte le parti.
Dalle finestre del primo piano a volte scivolano sulla strada con noncuranza pensieri felici e cristalli di dolore.
Dal sesto piano, dove abita Miranda, arriva l’eco di mestoli e pentoloni, tintinna il vetro dei barattoli e si snodano, nel profumo di limoni di Sicilia, spezie e vini pregiati, fiumi caldi e sensuali di confetture voluttuose.
Al secondo piano piove…..in bagno…..per la quarta volta……..è colpa mia e della mia stupida vasca che perde. Però Luca, quando mi incontra mi saluta sempre con un sorriso : un po’ più grande quando il suo bagno è all’asciutto.
Sandrino piange e strilla tutta la notte perché sta mettendo i dentini e la mamma, Marta non ne può più e cade dal sonno. La mattina, all’ora della passeggiata, entra in ascensore con la carrozzina, un occhio aperto e l’altro semichiuso.
Sulla maniglia della porta di Laura, al primo piano, Miranda ha appeso un pacchettino. Dentro ci sono dei piccoli scrigni di vetro e dentro agli scrigni aromi e profumi di notti arabe, sole mediterraneo e racconti di viaggi e avventure. Non sono marmellate, non sono confetture, sono pieghe d’infinito e trasparenze magiche, elisir potenti che inducono all’estasi……e se li assaggi sei perduto e ritrovato e perso e soprattutto felice.
Sax, tromboni e clarinetti rimbalzano sulle pareti del mio soggiorno, saltano sul pc e sui tasti della tastiera, ridono e mi trascinano in cucina. Naturale come fosse respirare, come fosse bere, come la vita che scorre nelle vene prendo farina, uova e burro, spezie, limoni ed i racconti di Miranda che ho trovato in un pacchetto appeso alla maniglia della mia porta, e li trasformo in un mondo diverso, nuovo. Poi, sorpresa, sorrido e non penso a niente.
Marta parcheggia il passeggino di suo figlio sul pianerottolo del quinto piano, parcheggia suo figlio sul seggiolone e si accascia sulla sedia. Addenta una fetta della ciambella che le ho lasciato in un pacchetto legato alla maniglia della porta, sbuffa al figlio e sorride alla vita. Socchiude gli occhi, assapora l’ultimo boccone e poi prende in braccio Sandrino e, cantando l’una, frignando l’altro, danzano insieme di stanza in stanza.
Miranda apre la finestra e le entrano dentro sax e musica, accende il pc e continua i suoi racconti con le parole, stavolta. Svela le storie di curiosi personaggi o persone normali, rincorre con la fantasia amori e tradimenti, le dita veloci sui tasti inseguono rancori e rivelazioni, ticchettano veloci ancora profumate di cannella. Quando Miranda avrà terminato di lavorare, troverà il pacchetto di pasticcini pensati per lei che le ho lasciato appesi alla maniglia della porta.
Anche al secondo piano c’è un pacchetto, appeso alla maniglia della porta. Dentro l’appartamento ancora non è tornato nessuno e le finestre sono chiuse. Bussano leggere sui vetri una manciata di note, un flauto e aromi di sole del Mediterraneo. E qualche nota acuta di Sandrino.
Quando Luca torna a casa lascia il cappotto e la 24 ore, prende il pacchetto che ha trovato sulla porta e bussa al quinto piano dove Elisa ha appena chiuso i libri per il prossimo esame e sta già preparando il thè.
Luca entra nella cucina di Elisa ed un lieve tremore, quel piccolo brivido che ha sentito lungo la schiena quando l’ha vista girarsi verso di lui, si insinua strisciando nello spiraglio della finestra aperta e si cala giù. Tonfa sordo e leggero sul profumo di vaniglia e biscotti che sale dal terzo piano, il mio.
Insomma, nel mio palazzo c’è parecchio movimento ed un certo giro di pacchettini e racconti.
Di me sapete già qualcosa, dei personaggi di fantasia vi importa solo per il tempo di una storia ma di Miranda sapete ancora troppo poco.
Lei è una scrittrice ma è anche un artista-alchimista che sa trasformare zucchero, frutta, spezie e altre cose in meraviglie.
Potevano tre piani di distanza tenerci lontane?
Questa è una storia di donne e coraggio, arte e sogni, passioni e passione. È la storia di due donne che si annusano da un po’, da un piano all’altro. Così diverse che non le puoi immaginare insieme eppure così simili, spesso complementari. Strane, due donne strane, forse.
Se come noi sognare vi fa vivere, se come noi avete paura e coraggio, se come noi volete credere nelle storie che finiscono bene allora vivetela con noi questa storia di sogni che non si possono ignorare nonostante le tante difficoltà.
E VI INVITO GIA’ DA ORA:
Presto, a febbraio, Miranda inaugurerà il suo “atelier” di delizie e sogni ed io le sarò accanto interpretando a mio modo e con le mie ricette le sue storie e le sue ricette e per una sera ci smarriremo in mondo dove persino Alice vorrebbe perdersi.
Siete tutti invitati ed io spero con il cuore di scorgere i vostri occhi tra quelli degli altri. So che chi non è di Roma non potrà venire facilmente ma questo non vuol dire che non ci possa essere vicino ugualmente.
A tutti gli amici e le amiche che mi seguono e mi vogliono bene chiedo di aiutarmi a divulgare l’evento e alle blogger di esporre il banner che vedete qui sotto ed il link a questo post.
Non appena sarà decisa la data esatta dell’inaugurazione/degustazione aggiornerò questo post.
Chi mi conosce un po’ di più si stupirà che io chieda esplicitamente una cosa simile, io blogger schiva e poco incline a bannerizzarmi MA per i sogni si deve fare di tutto, lottare in ogni modo e crederci sempre, fino alla fine e anche oltre. Sognate, vi prego, anche voi con me.
Non vi piacerebbe vivere in un palazzo come il mio?