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Qualcuno fermi l’Iran, o rischiamo una guerra nucleare globale

Creato il 30 novembre 2011 da Iljester

Qualcuno fermi l’Iran, o rischiamo una guerra nucleare globale

Non è allarmismo, ma è la dannata verità dopo l’attacco all’ambasciata britannica da parte degli agitatori del regime iraniano. Qualcuno fermi Ahmadinejad o saranno guai per tutti. Non solo per Israele, ma anche per l’Europa o l’occidente. Quando un paese con un regime simile possiede la bomba atomica, c’è solo da avere paura e pregare che qualche matto non prema il fatidico bottone, o saranno guai per tutti.
Il problema fondamentale però è come fermare gli Ayatollah. Non è facile. Le incognite sono diverse e i paesi occidentali sono leggermente distratti dalla crisi speculativa che non lascia loro tempo da dedicare al pericolo nucleare che proviene dall’ex Persia. Eppure, il pericolo è concreto, tremendamente concreto. L’Iran, o meglio il suo regime, non intende cedere e prepara lo stivamento delle bombe nucleari in impenetrabili bunker, con tanti saluti per un eventuale intervento preventivo e mirato.
L’occidente deve svegliarsi dal torpore in cui è caduto. Forse sarebbe opportuno azzerare o stabilizzare il prima possibile i debiti sovrani e rinegoziare i rapporti economici tra gli Stati per evitare in futuro crisi speculative il cui unico scopo è piantare il seme dell’odio e il pericolo di guerre globalizzate, anche solo economiche. Davanti a Stati canaglia come l’Iran degli Ayatollah non ci si può permettere distrazioni o passi falsi. Del resto, la seconda guerra mondiale ci insegna come un solo paese può mettere in scacco l’intero mondo se solo trova complicità e tolleranza nell’avidità di nazioni complici, il cui unico scopo è fare affari e solo affari.
Ma il problema maggiore, in questo clima internazionale perennemente infuocato, è sicuramente Israele. L’unico baluardo della democrazia in un contesto regionale fatto di autocrazie, sultanati e regimi islamici di varia natura, rischia davvero di subire il feroce attacco iraniano, e su larga scala, se solo non si trova una soluzione capace di comporre i confliggenti interessi fra i mondo arabo e il resto del mondo; interessi che certo non includono il possesso da parte dell’Iran dell’arma atomica. Non è accettabile infatti che uno Stato con un regime di siffatto tenore, fondato sull’odio e la discriminazione religiosa ed etnica, possieda armi di distruzione di massa che potrebbe utilizzare in qualsiasi momento e contro chiunque minacci la sua prepotenza.
Quale soluzione dunque? È difficile in verità immaginarne una. L’Europa – come dicevo più su – ottenebrata dalla crisi speculativa è divisa; e oggi lo è più che mai: non riesce a tenersi una moneta unica, figuriamoci se riuscirà mai ad agire di concerto in un’offensiva diplomatica contro l’Iran. È stato sufficiente vedere come si sono comportate Francia e Gran Bretagna nella crisi libica per capire che l’Europa come soggetto politico non esiste neanche nei romanzi di fantascienza. Per non parlare poi degli Stati Uniti. L’amministrazione Obama ha tolto parecchio lustro agli USA. La potenza americana, seppure è ancora una potenza, ha perso parecchia influenza negli equilibri mondiali, vuoi per le estenuanti missioni in Iraq e Afghanista, e vuoi per la profonda inettitudine dell’attuale amministrazione, piuttosto temeraria e incapace di offensive diplomatiche efficaci contro i suoi diretti avversari. Persino la Russia propone un revival della guerra fredda, minacciando di puntare i suoi missili sull’Europa, se falliranno i negoziati sul disarmo nucleare (ipotesi che lascia freddini gli americani).
Sul lato orientale, la Cina resta un’incognita. Non si capisce esattamente quale sia la sua posizione nella crisi iraniana. Ma certamente non è vicina a quella occidentale, seppure a nessun paese, soprattutto se superpotenza, piace avere dei vicini che posseggono la bomba atomica (e nel caso cinese, basta e avanzano Pakistan e India). Inoltre, nessun regime che si rispetti potrebbe mai essere dalla parte di chi, in un modo o nell’altro e per interessi diversi, vorrebbe l’abbattimento di regimi autoritari che comunque permettono di controllare la regione tramite lo sfruttamento della loro avidità e del loro delirio di superpotenza. Il ragionamento dunque è abbastanza semplice: oggi tocca all’Iran e domani potrebbe toccare alla Cina.
Sta di fatto che l’intera umanità è in bilico. È necessario assolutamente operare per via microchirurgica o qui ci scappa il morto. E il morto non è un uomo, ma il mondo intero…

 

di Martino © 2011 Il Jester 


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