Sarà forse la cosa più scontata che si può desiderare, ma tutti i giocatori di basket NBA prima di appendere le scarpe al chiodo hanno un desiderio che intendono realizzare, vincere l’anello. Ma a differenza del giocatore di livello medio-basso, il quale è pronto a “sacrificare” la propria ambizione di vittoria pur di restare nel circus cestistico, i grandi protagonisti del basket stelle e strisce pongono un limite di tempo alle proprie franchigie per permette loro di competere per il Larry O’Brien Trophy, dopodiché si cambia, con buona pace di tutte le parti in causa.
E’ successo in passato, e nulla può impedire che succeda in futuro: grandi campioni del presente come LeBron James, Chris Bosh, Ray Allen e Dwight Howard hanno cambiato casacca in passato per trasferirsi in squadre etichettate come “contenders”, agglomerati di talento che puntano a vincere, senza badare troppo a tetti salariali e progetti a lungo termine.
Alla sontuosa lista di grandi eccellenze cestistiche che hanno cambiato casacca per vincere, da questa estate potrebbe aggiungersi il nome di Kevin Love, ala-grande dei Minnesota Timberwolves che, dopo sei anni di onorato servizio nello stato del Nord e zero partecipazioni ai playoffs, inizia a manifestare un certo malcontento. Per inciso l’ultima partecipazione ad una post season gli Wolves l’hanno disputata esattamente dieci anni fa, quando in panchina si accomodava coach Flip Saunders, un nome che tornerà utile più avanti.
I numeri prodotti dal 42 di Minnesota sono da vero top-player: 26.1 punti, 12.5 rimbalzi e 4.5 assist a partita ed una valutazione in efficiency di 30.3 che fanno di K-Love il secondo miglior giocatore in questo ambito statistico (dietro solo a Kevin Durant e davanti a LeBron James).
2013-14 All-NBA Second Team: @blakegriffin32 @kevinlove @DwightHoward @StephenCurry30 & @tonyparker
— NBA (@NBA) 4 Giugno 2014
Informando la dirigenza TWolves di non voler esercitare la player option di 16M$ prevista dal suo contratto per la stagione 2015-2016, il californiano ha avviato le manovre di mercato che diverse franchigie interessate dovranno mettere in campo per convincere la sua squadra a cederlo prima della free-agency del 2016. Infatti per portare a casa Love è necessario convincere Minnesota a venderlo, dato che con ogni probabilità i TWolves non permetteranno che vada via in cambio del nulla assoluto, ma ciò non è per niente semplice.
Nella calca per accaparrarsi le prestazioni del nipote dell’ex leader dei Beach Boys figurano principalmente Houston Rockets e Boston Celtics. La prima, nonostante la bruciante eliminazione al primo turno di quest’anno coltiva sogni di gloria, magari creando un trio delle meraviglie in perfetto “Heat-style”. La franchigia del Massachussets è invece inserita d’ufficio nel novero delle contendenti a Love dato che il ragazzo ha pensato bene di passare qualche giorno a Boston dove ha visto una partita di baseball dei Red Sox a Fenway Park e dove ha invontrato (casualmente?) Rajon Rondo.
Rumors @NBA: @kevinlove al Fenway Park di Boston per vedere i @RedSox di baseball dove ha incontrato @RajonRondo pic.twitter.com/weq75OykdV
— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) 2 Giugno 2014
Alla luce delle oggettive difficoltà di arrivare allo scambio (le alte richieste di Minnesota comprenderebbero una lottery pick al Draft 2014 più un giovane dal grande potenziale) potrebbe nascere la terza opzione: convincere Love a rimanere a Minnesota. Per rendere percorribile questa strada si è deciso di ripartire da Flip Saunders nel ruolo di head coach, decisione assunta dal General Manager di Minny, che guarda caso è proprio Flip Saunders. L’ ex allenatore di Wizards e Pistons incarna il passato vincente di Minnesota, e potrebbe rappresentare un nome spendibile per convincere Love a restare, ma allo stato attuale, senza interventi sostanziosi sul mercato, sarà estremamente difficile.
News @NBA: Flip Saunders, General manager, ha scelto il nuovo coach dei @MNTimberwolves. Sarà… @Flip_Saunders!
— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) 5 Giugno 2014
La situazione è quindi molto complessa ed articolata e di sicuro, a partire dalla notte del Draft, le sirene di mercato per Love diverranno più insistenti e magari si formalizzeranno in un’offerta importante da vagliare.