Coyne inizia sottolineando due differenze tra l'atteggiamento della scienza e quello della religione di fronte alle prove che possono mettere in discussione le rispettive posizioni.
La prima è che i fedeli sono "isolati" dalle prove a sfavore della loro religione, in modo che non vi entrino mai a contatto. A tal proposito non posso che sottolineare come la non-storicità di molti libri della Bibbia ebraica/Antico Testamento non sia una verità diffusa al di fuori della cerchia degli esperti del settore, come pure la loro derivazione da testi e tematiche diffuse tra le civiltà del Vicino Oriente; allo stesso modo, ai fedeli non sono spiegate le contraddizioni tra le narrazioni evangeliche, né quelle narrative né quelle teologiche.
La seconda è che i fedeli tendono comunque a non prendere in considerazione le prove contro la loro fede. Coyne è un biologo, e dunque fa l'esempio dell'evoluzione, una teoria scientifica supportata da tonnellate di prove e da nessuna confutazione, ma rifiutata dal 60% degli statunitensi perché ritenuta incompatibile con il racconto biblico (e in Italia la situazione non è poi migliore).
Coyne riassume la differenza nell'approccio tra scienza e religione:
La religione non è un mezzo per conoscere perché non possiede un metodo per riconoscere ciò che è falso. E senza questo metodo, non si può capire di avere ragione. È per questo che la scienza permette di far avanzare la conoscenza del mondo, mentre la religione è ancora impantanata nella teologia medioevale.
Naturalmente la capacità di cambiare idea non deve essere pretesa solo dai credenti, ma deve essere dimostrata anche dai non credenti.
Coyne presenta alcune possibili confutazioni dell'ateismo. Darwin affermò che sarebbe stato disposto a credere alla creazione delle specie, invece che alla loro evoluzione, se avesse visto discendere un angelo dal cielo che portasse testimonianza a favore del creazionismo. Altri scrittori atei parlano profezie accurate o di rivelazione di verità scientifiche ora ignote all'interno dei testi sacri, come pure aumento della qualità della vita per i fedeli di una particolare congregazione non spiegabile altrimenti, eccetera.
Per quanto mi riguarda, riconosco che sarebbe per me difficile formulare una prova che mi convinca dell'esistenza di Dio, ma semplicemente perché le qualità che normalmente si associano a questa entità sono difficilmente verificabili. In altre parole, è impossibile per un osservatore che abbia una conoscenza limitata distinguere tra un'entità onnisciente e un'altra con conoscenza enormemente vasta ma non infinita, oppure tra un'entità onnipotente e una solo enormemente potente. Ma se il requisito fosse allentato, e invece di dover trovare una prova che dimostri l'esistenza di Dio ne dovessi trovare una la suggerisca fortemente, credo che le mie scelte sarebbero:
- che le preghiere dei fedeli di una certa fede fossero accolte e quelle dei fedeli di tutte le altre no (e sto parlando di richieste davvero miracolose, come la ricrescita completa di arti amputati);
- che i fedeli di una fede fossero protetti dal male e godessero dei frutti del bene;
- che le persone di successo fossero quelle che seguono i dettami di una certa fede e che quelle delle altre fedi non avessero successo;
- che i testi sacri di una fede contenessero conoscenze scientifiche avanzate e ignote al tempo della loro rivelazione, oltre a profezie chiare e consistentemente verificate.