Denaro, money, argent, geld, tante parole che in ogni lingua stanno ad indicare i soldi, assieme all’onnipresente, onnipotente, universamente invasivo spread, a questo Grinch che abbiamo creato fanno da valida scorta parole come bilancio, pil, debito pubblico, finanziamento, default. L’unico tema che ricorre parlando con le persone di politica è questo, e non c’è più differenza di colore o tendenza, magari si differisce nell’approccio, ma sempre di vil denaro si va cianciando per le nostre vie.
A questo si è ridotta la politica italiana? I nostri partiti che si differenziavano per le IDEE, per gli ideali, per i modi di concepire la vita, la società, il futuro, si sono totalmente o con poche piccole eccezioni appiattiti sul spread nelle sue variegate declinazioni, non si parla più di come concepire una sanità pubblica, ma di come tagliarne i costi, non si ragiona più su come far funzionare e rendere efficiente ed al servizio del cittadino la macchina amministrativa pubblica, ma di come limitarne le dimensioni, di come tagliarne i rami al fine di ridurne i costi. Pensioni? Lavoro? Scuola? Non sia mai detto, da destra a sinistra passando per il sempiterno centro se non anche per gli ineffabili “tecnici” l’unica idea che si impone e di tagliare, se tagliare lineare o in maniera selettiva, ma l’idea di come sviluppare nuove forme di insegnamento nella scuola o costruire nuove forme di sanità arrivando perfino a idealizzare forme di aggregazione sociale sono ben lontane dal modo di pensare dei nostri politici e noi, nel nostro piccolo mondo atomizzato, ne abbiamo purtroppo mutuato l’abitudine a pensare solo in termini di tagli e spese. Temi come ambiente, dissesto, socialità, cambiamenti climatici, trovano luce solo in caso di emergenze improvvise, riaffondando nel magma stagnante dell’indifferenza non appena l’emergenza è rientrata nelle banale quotidianità.
Fateci caso, quali sono le prime notizie del mattino? L’apertura delle borse asiatiche, si prosegue con Piazza Affari, con le aste dei BOT, con l’andamento dello spread, titoli a tutta pagina e video con punti percentuali e simboli finanziari sparati a tutto volume mentre poveri emarginati dormono negli angoli delle strade nell’impassibile correre dei brokers nostrani.
Assistiamo al giornaliero triste spettacolo di una omologazione fra le varie anime parlamentari che si differenziano, come ben analizzato da Schumpeter nei suoi scritti, solo nella competitività tesa al raggiungimento del potere tralasciando come aspetto secondario l’aggregazione e la soddisfazione delle istanze sociali. Quali sono gli ideali di oggi nel lungo periodo? Nel dopoguerra erano evidenti le diverse anime presenti nel paese, la contrapposizione tra capitale e lavoro ad esempio, oggi invece il diverso modo di concepire la società secondo forme di vita a livello di dimensione globale ha lasciato il campo ad una unica forma di ideale dimensione economica dove i partiti, alla spasmodica ricerca di un consenso generalizzato e di recepimento di voti al di fuori della propria area storica, presentano programmi di corto respiro non molto dissimili tra di loro.
Divorzio? Aborto? Temi di grande impatto sociale e ideale che hanno caratterizzato il XX secolo, cosa ci ricorderemo del XXI? Spread, Pil e globalizzazione? E’ questo un miglioramento della nostra società? Vogliamo riappropriarci dei partiti e sviluppare ideali da perseguire, anche scontrandoci in maniera forte, ma costruttiva su qualcosa che possa incidere in maniera effettiva sul futuro? Vogliamo batterci sui matrimoni fra persone dello stesso sesso ad esempio? Sulla liberalizzazione o sul divieto totale di assunzione di droghe leggere? Potremmo trovare altre mille e mille cose su cui dibattere per ritrovare il gusto di “fare qualcosa di utile”, ma la maggior parte dei giorni che viviamo sono giorni insignificanti e solo pochi sono meritevoli di essere ricordati, giorni dedicati allo spread li possiamo forse inserire in quelli da ricordare?