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Quali sono (e quali saranno) i paesi nemici della Rete?
Creato il 14 marzo 2012 da CavaliereoscurodelwebArticolo da Me voy a Madrid
Il 12 marzo l’organizzazione internazionale Reporter senza frontiere (RSF, Reporters sans frontières nell’originale francese) ha pubblicato nel suo sito la lista annuale dei cosidetti “Nemici della Rete”, ossia i paesi che filtrano, censurano o spiano l’accesso dei cittadini alla Rete. I paesi “nemici” sono quelli in nero, mentre quelli in rosso, definiti come “sotto sorveglianza”, sono coloro che hanno introdotto una legislazione o provvedimenti che potrebbero essere considerati pericolosi e ostili alla neutralità della rete (qui il rapporto completo stilato da RSF e qui un ottimo approfondimento di Fabio Chiusi).
Ci sono alcuni cambiamenti rispetto all’anno scorso. Scompaiono dalla lista di paesi come Venezuela (la legge che limiterebbe l’accesso non viene applicata) e Libia (per la caduta di Gheddafi). Altri non sono così fortunati e appaiono per la prima volta in questa classifica, come l’India, a causa delle continue attività di monitoraggio con il pretesto della sicurezza, e il Kazakistan, che si giustifica con l’instabilità politica per eseguire diverse attività di monitoraggio e blocco di siti web.
La legge presente in Francia e le minacce di disconnessione agli utenti, sono il motivo principale per cui il paese di Sarkozy appare nella mappa di RSF, così come accade con l’Australia.
Ma la vera domanda è: siamo sicuri che tutti gli altri siano invece “Amici della Rete”?
L’Italia, come sappiamo, prova e riprova da anni a mettere le imbragature alla Rete con continui provvedimenti ostili alla libertà dei netizen, puntualmente criticati e sventati grazie alla mobilitazione di associazioni come Agorà Digitale o Valigia Blu (cito quelle che conosco).
E ancora, come cambierà il mappamondo di RSF se venisse rattificato l’ACTA in Europa (qui la petizione di Agorà Digitale), o approvata definitivamente la SOPA (attualmente in discussione presso la commissione giustizia del Congresso) negli Stati Uniti?
E senza andare troppo lontano nel tempo, come consideriamo oggi la Spagna dopo l’effettiva applicazione della Ley Sinde-Wert, la quale prevede la chiusura preventiva di un sito che violi il diritto d’autore in appena 10 giorni?
Dibattito aperto.
Fonte: Me voy a Madrid
Autore: Marco Nurra
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Articolo tratto interamente da Me voy a Madrid
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